Al via le domande per il riscatto degli anni contributivi per fini pensionistici. C’è tempo fino al 2025 per avviare la procedura anche a rate.
Con una nota pubblicata lo scorso 22 luglio, l’INPS risponde ad alcuni quesiti sulla nuova procedura di pace contributiva. Si tratta della messa a disposizione da parte dell’Istituto di Previdenza di un periodo di tempo, anche abbastanza lungo, per presentare domanda di riscatto dei contributi in periodi di inattività per un massimo di 5 anni.
Si tratta a tutti gli effetti di un procedimento che permette di colmare i vuoti contributi in periodi in cui non si è lavorato è quindi non sono stati versati contributi. Primo paletto fondamentale da ricordare è che condizione necessaria è che gli anni da riscattare non siano coperti da contributi né nella cassa di previdenza specifica, né tanto meno in altri fondi previdenziali. Altra informazione importante è che i massimo 5 anni riscattabili possono anche non essere continuativi.
L’Istituto di Previdenza specifica inoltre che possono essere riscattati solo quei periodi scoperti da contribuzione obbligatorio ovvero qui periodi di vuoto che intercorrono tra un lavoro e l’altro. In altre parole, non è possibile utilizzare il processo della pace contributiva per periodi antecedenti alla prima occupazione.
I vantaggi garantiti da questo processo è che il riscatto permette poi di considerare questi anni sia ai fini dell’acquisizione del diritto alla pensione, sia per il calcolo stesso dell’assegno pensionistico.
Altra precisazione segnalata dall’INPS è che qualora si verifichi l’acquisizione di anzianità assicurativa in periodo antecedente al 1° gennaio 1996 il riscatto già effettuato attraverso la pace contributiva viene annullato d’ufficio. Questa eventualità si manifesta quando, ad esempio, si ha l’accredito del servizio militare.
La domanda di pace contributiva può essere esentata telematicamente attraverso l’area utente dell’interessato -o dei suoi superstiti entro il secondo grado- cliccando poi nella sezione “servizi per la gestione della posizione contributiva” quindi selezionando la voce “riscatti”.
Altra opzione è quella di presentare domanda attraverso CAF convenzionati e Patronati attraverso i servizi telematici offerti da questi.
Infine, per lavoratori del settore privato può presentare domanda contributiva anche il datore di lavoro destinando a tal fine i premi di produzione è importante ricordare comunque, che la domanda va presentata attraverso il modulo AP135.
Per quanto riguarda il pagamento -la cui percentuale sull’imponibile applicata agli ultimi 12 mesi cambia a seconda della categoria lavorativa- questo può avvenire in un’unica rata oppure con una rateizzazione di 120 rate di importo non inferiore a 30 euro. In ogni caso è già possibile, dallo scorso 29 luglio, presentare domanda con il termine di scadenza fissato al 31 dicembre 2025.
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