Annuncio INPS: arriva una nuova forma di sostegno per le donne vittime di violenza. Un aiuto che arriva fino a 667 euro al mese. Ecco in cosa consiste e cosa serve per averlo
La violenza verso le donne è qualcosa di vomitevole, inaccettabile, e che non deve essere più tollerato in società. Bisogna parlarne, denunciare, e nel frattempo educare le nuove generazioni. Bisogna crescere figli che rispettino le donne, che nemmeno arrivino a pensare di alzare una mano verso di loro. E’ molto passa per l’esempio che questi giovani ricevono, da come i loro padri trattano le loro madri e in generale le donne in società. E’ solo così che si può debellare questo male secolare dalla nostra società.
Non bisogna fermarsi alle apparenze dell’8 marzo: bisogna andare molto più in profondità. Fermo restando che bisogna ricordare che la violenza sulle donne non si manifesta solo nella sua forma fisica, ma anche in generale con un controllo coercitivo da parte di un uomo e violenza psicologica ed economica. Soprattutto quest’ultimo aspetto è sottovalutato: gli uomini violenti e possessivi privano le donne dalla loro libertà economica, privando le risorse necessarie per l’indipendenza economica. Spesso, purtroppo, un caso accomuna la violenza in tutte le sue forme.
Nel frattempo è giunto un contributo INPS per le donne vittima di violenza. Non servirà certamente a fermare il fenomeno, ma appare comunque come una forma di sostegno per coloro hanno avuto il coraggio di denunciare, prendere le distanze e ripartire. Questo aiuto è in ottica di un posto di lavoro. Le aziende che assumono donne vittima di violenza, infatti, che sia in forma determinata o indeterminata ricevono un esonero del 100% dei contributi previdenziali fino a un limite annuo di 8.000 euro ovvero pari a 667€ al mese.
Secondo quanto specificato dall’INPS in una circolare, affinché le lavoratrici possano beneficiare di questo bonus devono soddisfare due requisiti fondamentali: essere disoccupate, le quali hanno dichiarato tramite sistema informativo telematico la disponibilità ad accettare un’occupazione e a partecipare a programmi di politiche attive con il centro per l’impiego, o essere percettrici del reddito di libertà. Si tratta di un’altra misura mensile a tutela delle donne vittima di violenza. L’istituto specifica tuttavia che tale contributo lavorativo è disponibile solo per chi già usufruire del reddito di libertà e non per chi ha presentato domanda ed è in attesa di risposta. Tuttavia, se si hanno i requisiti, è solo questione di tempo per poter poi rientrare anche nella nuova misura.
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