Sfrattare l’inquilino: quando questa azione non si può fare e cosa bisogna sapere a riguardo in base alle deroghe e alla normativa in atto
Dare in affitto una propria abituazione è spesso un modo per ricevere un’entrata sicura, mensilmente, ma non sempre tutto va per il verso giusto. Ci sono situazioni, infatti, nelle quali con l’inquilino nascono dei problemi, primo tra tutti se questo non paga l’affitto pattuito. In questo caso si crea una situazione di morosità e secondo la legge il proprietario può avviare uno sfratto anche dopo solo 20 giorni di ritardo rispetto alla data pattuita per il pagamento di una solo mensilità.
Ci sono però deroghe e normative per le quali non sempre la legge si applica in modo lineare. Ti sei mai chiesto in quali casi non si può sfrattare l’inquilino? Ti spieghiamo tutto nel nostro approfondimento.
Quando l’inquilino omette il pagamento dell’affitto o delle spese condominiali entro i termini pattuiti, come detto, si può procedere con la richiesta di sfratto, a patto che non si verifichino determinate condizioni.
In primis lo sfratto non può essere attuato se non c’è un contratto di affitto in essere. Quando il contratto viene stabilito in nero, senza registrazione e relativi pagamenti, il proprietario può ovviare attivando un procedimento per occupazione senza titolo che richiede tempi di attesa più lunghi e non garantisce il recupero delle somme che gli spettano. Dall’altro lato, non trattandosi di una locazione ufficiale, anche l’inquilino può chiedere la restituzione delle somme versate nei mesi precedenti perché indebite creando così una situazione molto difficile dalla quale uscire.
C’è da aggiungere, poi, che in situazioni di difficoltà economica comprovata dell’inquilino o anche per gravi problemi di salute, il proprietario prima di procedere con lo sfratto deve attendere 120 giorni che è il termine di garanzia. Dal canto suo l’inquilino può usufruire di questa agevolazione solo tre volte in quattro anni.
Anche quando i destinatari dello sfratto sono famiglie con minori coinvolte in uno sfratto, la situazione resta delicata. In questo caso, infatti, i genitori devono trovare un’altra sistemazione e se non riescono intervengono i servizi sociali per selezionare una soluzione abitativa consona per tutta la famiglia. Fino a quando questa non viene trovata, l’azione di sfratto rimane in sospeso.
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