In alcuni casi specifici, il conto corrente può essere bloccato: scopriamo le motivazioni e i tempi per poterlo riattivare.
In certi casi specifici, possiamo ritrovarci con il conto corrente bloccato. Si tratta di una forma di prevenzione adottata dal nostro istituto per diverse motivazioni. Una delle motivazioni più comuni è la prevenzione del riciclaggio di denaro, derivante da svariate attività illecite, come attività criminali, scommesse illegali, estorsioni, rapine, corruzione ed evasione fiscale.
Questi fondi, in seguito, sono poi sfruttati per mascherare la loro provenienza. Il Decreto Legislativo n. 231/2007 regola la misura preventiva di blocco del conto corrente per prevenire riciclaggio di denaro e finanziamento al terrorismo. Tutte le attività che appaiono sospette sono prese in esame dalla banca, la quale è obbligata poi a segnalare i dettagli all’UIF, l’Unità di Informazione Finanziaria.
Oltre alle attività sospette, il conto corrente può essere bloccato per altre motivazioni, come ad esempio, il superamento dei limiti, ossia quando il titolare del credito effettua una spesa che non può permettersi, superando il suo saldo disponibile. Le banche, al momento dell’apertura del conto presso la filiale, stabiliscono dei limiti entro i quali i clienti possono andare in scoperto.
Il superamento di tali limiti comporta l’applicazione di tariffe aggiuntive, conosciute come CIV, Commissione per Istruttoria Veloce. Ovviamente, avere il conto corrente bloccato comporta diversi disagi nel cliente, primo fra tutti incide sulla valutazione del merito creditizio del cliente. Un blocco prolungato può portare alla segnalazione del cliente, e ciò ovviamente comporta l’impossibilità di ottenere futuri finanziamenti.
Le banche, infatti, sono obbligate a segnalare come cattivi pagatori i clienti che superano certi criteri, tra l’altro, la segnalazione scatta in automatico in caso di sconfinamento per tre mesi consecutivi. Occorre evitare il blocco del conto. Agire con tempestività evita eventuali segnalazioni, per prima cosa, è sempre bene contattare la propria banca per capire le motivazioni che hanno portato a una conseguenza simile.
Inoltre, è sempre utile conservare tutta la documentazione necessaria per far fronte a certe problematiche, anche per poter contestare la decisione della banca stessa, se questa è in errore. Se c’è un disaccordo, infatti, si può ricorrere all’Arbitro Bancario Finanziario, un organismo che fornisce un metodo alternativo e rapido per risolvere le dispute.
Il cliente, se intende far valere la propria posizione, può anche rivolgersi a un giudice, ma questa mossa non sempre garantisce esiti soddisfacenti. Conto corrente bloccato: come risolvere se uno dei due cointestatari non c’è più. Altra questione: Conto corrente pignorato: per quanto tempo è bloccato?, infine L’Agenzia delle Entrate ha pignorato il mio conto corrente: per quanto sarà bloccato?.
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