È possibile aumentare i contributi, per accedere prima alla pensione e per ottenere un assegno più ricco. Scopriamo come fare.
Per andare in pensione è sempre necessario il possesso di uno specifico requisito contributivo. Ad esempio, per la pensione di vecchiaia sono richiesti almeno 20 anni.
Non sempre, però, i contribuenti riescono a maturare tale presupposto, soprattutto nel caso di carriere discontinue o di lavoro in nero. Cosa succede in queste ipotesi? Per non perdere il diritto alla pensione, esistono delle misure che permettono di aumentare l’età contributiva. Si tratta di un vantaggio straordinario, se si considera che più elevato è il montante contributivo più ricco sarà anche l’assegno spettante.
Non ci sono, dunque, solo i contributi obbligatori, ossia quelli versati per i periodi lavorativi, ma esistono altre quattro tipologie di contributi. Nel dettaglio:
- contributi figurativi: sono accreditati in maniera gratuita dall’INPS per coprire dei periodi durante i quali c’è stata una sospensione o una riduzione dell’attività lavorativa, come per malattia e infortunio, maternità, disoccupazione ordinaria, cassa integrazione, mobilità, licenziamento politico;
- contributi da riscatto: non sono legati all’obbligo di retribuzione, ma sono utili sia per il diritto sia per l’ammontare della pensione. Possono essere riscattati gli anni di università, formazione professionale, ricerca, servizio civile, disoccupazione, aspettativa, lavoro all’Estero;
- contributi volontari: sono quelli che il contribuente versa autonomamente, dopo aver ottenuto l’autorizzazione dell’INPS, e servono per coprire eventuali buchi contributivi;
- contributi da ricongiunzione: riguardano coloro che hanno maturato contributi in Gestioni previdenziali differenti e che, dunque, possono chiedere la riunione in un’unica Gestione.
Quanto costa l’aumento dei contributi?
L’accredito di queste tipologie di contributi non è gratuito, ma prevede dei costi che possono essere anche abbastanza elevati.
Ad esempio, per il versamento dei contributi volontari, un lavoratore dipendente è costretto a spendere circa 3.900 euro per coprire un solo anno, mentre per un lavoratore autonomo la cifra sale quasi a 4.400 euro. Stesso discorso per il riscatto, il cui costo varia a seconda che il contribuente abbia o meno contributi prima del 1996.
Le altre due tipologie di contributi, cioè i figurativi e da ricongiunzione, sono gratuiti oppure a basso costo. Coloro che, ad esempio, hanno svolto il servizio miliare possono richiedere l’accredito gratuito dei contributi figurativi per tale periodo. Lo stesso vale per la ricongiunzione in un’unica Gestione, che non è molto costosa.
Ricordiamo, infine, che esistono altri due metodi a disposizione dei lavoratori che servono solo per ottenere un assegno più elevato e, cioè, la pensione supplementare e la pensione complementare.
La prima si ha nel caso in cui il contribuente chieda la riunione in un’unica Cassa dei contributi posseduti in diverse Gestioni. L’INPS, dunque, accorda una pensione supplementare che si aggiunge a quella ordinaria. La pensione complementare, invece, consente di ottenere un assegno nel caso in cui sono stati versati contributi o destinato il TFR in un fondo privato.