Lavoro

In pensione prima dei 67 anni, ma la sorpresa sull’assegno non piace

I lavoratori che desiderano andare in pensione prima dei 67 anni approfittando di un preciso scivolo pensionistico dovranno accettare un taglio dell’assegno. 

Lasciare il mondo del lavoro a 62 anni di età è possibile ma ci sono delle condizioni da rispettare che poco piacciono ai lavoratori. Il pensionamento diventa poco conveniente nel 2024, scopriamo per quali motivi.

In pensione prima dei 67 anni ma con meno soldi (Codiciateco.it)

La Manovra 2024 è stata approvata e con essa i cambiamenti previsti per le tre misure pensionistiche prorogata, l’APE Sociale, Opzione Donna e Quota 103. Parliamo di tre scivoli che permettono di anticipare il pensionamento rispetto la pensione di vecchiaia che si raggiunge a 67 anni di età e con venti anni minimo di contributi. In generale i paletti imposti per il 2024 restringono la platea dei beneficiari.

Sale l’età per andare in pensione con l’APE Sociale fino a 63 anni e cinque mesi così come per Opzione Donna. Le lavoratrici dovranno attendere i 61 anni se non hanno figli, 60 anni se hanno un figlio e 59 anni se ne hanno due. Quota 103, invece, rimane con gli stessi requisiti anagrafici e contributivi. A variare sono altre condizioni che rendono la misura decisamente meno conveniente per i lavoratori prossimi alla pensione.

Come cambia Quota 103 nel 2024: in pensione prima dei 67 anni ma con dei limiti

Chi non vuole attende i 67 anni per andare in pensione può lasciare il mondo del lavoro con Quota 103 a 62 anni di età se ha maturato 41 anni di contributi. Sarà l’occasione di pensionamento dei lavoratori nati nel 1962 che nel 2024 compiranno 62 anni a condizione che lavorino dal 1983.

Taglio dell’assegno con Quota 103 (Codiciateco.it)

La Manovra ha introdotto una novità svantaggiosa ossia il sistema di calcolo contributivo anche avendo versato contributi prima del 1996. Niente calcolo misto significa subire un taglio sull’assegno variabile tre il 10 e il 30% così come accade per Opzione Donna.

Ma le modifiche non finiscono qui. I lavoratori che sceglieranno di andare in pensione con Quota 103 dovranno rispettare il tetto massimo sull’assegno di quattro volte il trattamento minimo (2.500 euro circa). Per tanti pensionati significherà un ulteriore taglio dell’assegno fino al compimento dei 67 anni.

A rendere meno appetibile l’uscita prima dei 67 anni c’è anche un’altra modifica. Si allungano i tempi dei decorrenza ossia la finestra di uscita diventerà di sette mesi per i lavoratori dipendenti privati e di nove mesi per i dipendenti del settore pubblico (nel 2023 era rispettivamente di 3 e 6 mesi). Un periodo lungo di attesa, dunque, tra la maturazione dei requisiti di pensionamento con Quota 103 e l’erogazione del primo assegno. I cambiamenti non piacciono ai lavoratori e si presume che questo scivolo pensionistico sarà utilizzato poco dagli italiani.

Valentina Trogu

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