L’IMU arretrata può essere richiesta dal Comune, ma fino a quanti arretrati? Vediamo cosa dicono le ultime sentenze in merito.
Per IMU si intende un’imposta che grava sul possesso di immobili. Qualora ci fossero degli arretrati, il Comune d’interesse può procedere con la loro richiesta, ma con quali limiti e condizioni? Facciamo chiarezza per comprendere gli enti comunali fino a quanti anni indietro possono spingersi per richiedere la tassa non pagata e poter contestare e difendersi in caso di errori.
C’è una regola che garantisce un termine limite entro il quale gli amministratori comunali possono esercitare i loro diritti in fatto di accertamenti e riscossione delle varie imposte. Questo può anche significare che per diverso tempo i comuni non rilevino alcuna anomalia, mentre al superamento della soglia limite essi ricevano un unico accertamento per tutti gli arretrati. In questo caso, tuttavia, il proprietario dell’immobile e debitore può richiedere un cumulo giuridico, ossia l’applicazione di una sola mora aumentata da un minimo di 50% fino al massimo del 300%.
IMU arretrata, quanto può chiedere il Comune?
Stiamo parlando di un termine limite imposto a 5 anni. Questo significa che il Comune ha il diritto di chiedere il pagamento dell’IMU arretrata solamente per gli ultimi cinque anni, in quanto per gli anni precedenti è ormai intervenuta la prescrizione. Dunque, trascorso questo periodo di tempo, risulta illegittimo richiedere il pagamento degli arretrati.
Il Comune può comunque richiedere l’interruzione della prescrizione, attraverso alcuni atti formali quali l’avviso di accertamento (che contesta al contribuente il mancato pagamento), l’ingiunzione di pagamento (qualora il contribuente non avesse pagato nonostante l’avviso di accertamento) e la cartella esattoriale (se il contribuente non ha versato quanto dovuto anche dopo l’ingiunzione di pagamento, il Comune può affidare il credito ad un esattore).
Se un contribuente riceve uno di questi atti, si interrompe automaticamente il termine di prescrizione e ne inizia uno nuovo. Questo significa che, facendo un esempio pratico, se il debitore riceve l’avviso nel gennaio 2030 per un accertamento IMU relativo al 2026, potrà essere oggetto di azioni esecutive addirittura fino al 2035, quindi fino a cinque anni dopo l’invio dell’accertamento.