Si può pagare l’imposta sulla casa usando l’Assegno di Inclusione? La risposta a questa domanda si muove su un confine molto labile.
Come ormai sappiamo, l’Assegno di Inclusione è un sostegno economico erogato per le famiglie più in difficoltà e ha come primario scopo quello di agevolare l’inserimento degli utenti che lo ricevono nel mondo del lavoro e più in generale in sistemi di politica attiva del lavoro -corsi di formazione e così via.
Ha preso il posto del Reddito di Cittadinanza, ma in effetti molti punti sono rimasti in comune con il baluardo del Movimento 5stelle, tra queste le spese possibili effettuabili con l’Assegno. l’AdI è stato pensato per permettere ai percettori di soddisfare i proprio bisogni primari per cui nella lista delle spese permette con gli accrediti dell’Assegno ci sono ovviamente le spese alimentari, prodotti per la casa, medicinali ma anche vestiti, bollettini e utenze e più in generale qualsiasi spesa possa andare a soddisfare un bisogno primario.
Tanti e diversi invece sono gli acquisti vietati, su tutti nominiamo l’acquisto di sigarette, ma la lista è lunga. A questo punto arriviamo alla risposta della domanda posta all’inizio dell’articolo: si può pagare l’IMU utilizzando gli accrediti dell’Assegno di Inclusione? La verità è che la risposta non può essere secca e definitiva ma si muove su una linea di confine.
Pagare l’IMU con l’AdI che dice il decreto attuativo
Quando ci si pone domande del genere la risposta la si può trovare solo nei decreti attuativi, quelli rilasciati dai Ministeri e poi pubblicati in Gazzetta Ufficiale, perché in essi devono essere specificate le modalità di assegnazione, funzionamento degli aiuti economici, in questo caso dell’AdI, ma anche tutto ciò che è permesso acquistare e non con i soldi accreditati.
Ebbene, la verità è che l’IMU non è nominata; non c’è un punto del decreto che specifica se sia possibile o meno usare questi soldi per il pagamento della tassa sulla casa. Tuttavia si può far rientrare questa tipologia di pagamento in quella citata pocanzi ovvero dei “bollettini e utenze“. Di fatto è l’utilizzo dei termini a permette di “giocare” con le cose possibili; se da una parte la parole utenze fa ovviamente riferimento alle bollette di acqua, luce e gas, la parole bollettini comprende una più vasta gamma di pagamenti, tra cui appunto anche la possibilità di pagare l’IMU attraverso gli accrediti AdI.
C’è però un ma, in quanto i percettori hanno dei limiti dei valori rispetto alla casa.
Quando si può pagare l’IMU con l’AdI
Altra cosa risaputa è che l’imposta sulla casa non si paga sulle prime abitazioni, quelle cioè di residenza fissa a meno che non siano considerati immobili di lusso. Si inizia a pagare sul secondo immobile di proprietà e, a questo punto la domanda da porsi, qual è il valore che l’immobile non deve superare.
La seconda casa non può andare oltre un valore massimo di 30mila euro, in quanto ai fini dell’assegno di inclusione il patrimonio del percettore non può superare proprio il tetto massimo dei 30mila euro. Attenzione, perché sono considerate seconde case anche box o garage che non sono considerabili di pertinenza all’abitazione principale.