Arriva la svolta sull’IMU e tante famiglie possono festeggiare: scopriamo il trucco perfettamente legale per non pagare.
L’IMU (Imposta Municipale Unica) è la tassa che deve essere pagata da tutti coloro che possiedono immobili in Italia.
Il saldo può avvenire in un’unica soluzione oppure in due rate, con scadenza a giugno e dicembre.
Nell’ipotesi di inadempienza, gli importi dovuti verranno pretesi prima dal Comune e, poi, dall’Agente di riscossione (che può essere un ente pubblico o privato). Il diritto di riscossione da parte di quest’ultimo, tuttavia, non è illimitato ma può essere esercitato solo entro un determinato lasso di tempo, pari a 5 anni.
Attenzione, però, perché, in caso di mancato pagamento dell’IMU, è necessario distinguere tra prescrizione del tributo e decadenza. La decadenza riguarda il periodo entro il quale l’Ente impositore (il Comune) deve procedere con la notifica dell’avviso di accertamento per il versamento dovuto e non effettuato. Tale operazione va compiuta entro 5 anni.
Il termine di prescrizione, invece, riguarda il periodo entro il quale il diritto di credito in capo all’Ente impositore si estingue, se non si procede con l’avviso di accertamento. Anche in tal caso, la scadenza è di 5 anni, che decorrono dalla notifica dell’avviso. Se, entro questo termine, il Comune non provvede al recupero delle somme, il diritto di credito si estingue e il contribuente non sarà più obbligato a pagare l’IMU.
Prescrizione quinquennale IMU: come si calcola e quali benefici prevede per il contribuente?
Per capire se, dopo 5 anni dal mancato versamento dell’IMU, è intervenuta la prescrizione, bisogna effettuare un determinato calcolo.
Nel dettaglio, viene azzerato e inizia daccapo ogni volta che viene inviato al contribuente un avviso di accertamento da parte del Comune. Per esempio, se è stato omesso il pagamento dell’IMU riferito all’anno 2012, l’Ente impositore deve aver mandato la cartella di pagamento entro il 2017. La prescrizione quinquennale decorre, dunque, soltanto dopo la ricezione della cartella esattoriale (quindi avrà come ultima scadenza il 2022).
Ricordiamo, però, che gli inadempienti hanno la possibilità di regolarizzare la propria situazione ed evitare l’invio dell’avviso di accertamento da parte del Comune, attraverso il cd. ravvedimento operoso. Si tratta di un procedimento che permette di sanare e rimuovere gli errori, le omissioni e i versamenti insufficienti e mancanti, tramite la rimozione formale volontaria della violazione da parte del contribuente.
In questo caso, bisognerà provvedere con il pagamento non solo della tassa originaria omessa, ma anche dei relativi interessi e sanzioni, calcolate in base alla specifica situazione dell’interessato.