Se hai pagato una somma troppa alta per l’IMU, più di quanto ti spettasse, questa è la procedura da effettuare per richiedere e ottenere il rimborso.
È scaduto lunedì 17 giugno il termine di pagamento per la prima rata dell’IMU la tassa sul possesso degli immobili che finisce direttamente nelle casse comunali ed è da loro gestita e per cui ne decidono le aliquote di pagamento.
Si tratta di un appuntamento fisso per i proprietari degli immobili, ma l’errore è dietro l’angolo. Può verificarsi, infatti, che a causa di un qualche tipo di errore il contribuente si ritrovi a pagare una cifra più alta di quanto in realtà spettasse pagare. Che fare in questi casi? Qualora ci si renda conto dell’errore e che un accertamento ne abbia dimostrato l’esistenza, il contribuente è autorizzato ad avviare una procedura di rimborso.
IMU, come riavere l’importo pagato in eccesso
La procedura per la richiesta di rimborso dell’IMU non dovuta inizia, come si accennava, con l’accertamento dell’errore che si avvia controllando tutti i documenti di pagamento che si hanno a disposizione e segnalando poi quelli per i quali si reputa sia stato calcolata un’eccedenza non dovuta.
A questo punto si presenta apposita richiesta di rimborso al Comune dove l’immobile si trova; è possibile che il Comune abbia un apposito modulo di richiesta da compilare quindi è bene chiedere sempre all’Ufficio URP di riferimento, ma in ogni caso si può anche scrivere una lettera aperta contenete le seguenti informazioni:
- generalità del richiedente;
- annualità per cui si chiede il rimborso;
- importo erroneamente versato con ricevute di pagamento allegate;
- importo corretto dovuto;
- casuale della richiesta di rimborso;
- modalità di rimborso richiesta.
Una volta protocollata la richiesta il Comune passerà poi ai dovuti controlli e se sarà necessario potrà richiede altri documenti informativi. Solo al termine della procedura di controllo e solo qualora questa abbia dato esito positivo per il contribuente, il Comune provvederà a rimborsare quanto dovuto.
Attenzione alle modalità di rimborso che si scelgono; infatti si può chiedere la restituzione della somma che sarà accreditata sul conto corrente di cui si dovrà presentare IBAN, ma si potrà anche optare per un mantenimento a credito della somma, che sarà poi decurtata dai versamenti futuri.
È bene comunque conservare di tutti i documenti relativi alla richiesta di rimborso e alla risposta fornita dal comune.
Attenzione alla prescrizione
Altro dato da tenere a mente è che la richiesta di rimborso ha un limite temporale; può essere richiesta, infatti, entro 5 anni dall’ultima data di pagamento sbagliata. Superati i cinque anni, si attiva la prescrizione per cui non è più possibile richiedere il rimborso anche se dimostrabile.
Anche il Comune ha un limite temporale; nel momento in cui la richiesta viene protocollata l’ente ha 180 giorni di tempo per rispondere al contribuente. Qualora la risposta non arrivi si può inviare una raccomandata di sollecito anche per posta elettronica certificata.