IMU e TASI : cosa bisogna fare nell’ eventualità in cui il cambio di residenza si verifichi in corso d’anno?
Un caso particolare, ma piuttosto comune, riguarda l’ipotesi del cambio di residenza in corso d’anno. Molti si interrogano su un quesito che generalmente desta molti dubbi e interrogativi: “cosa succede se il passaggio di residenza è avvenuto in corso d’anno? Pago di meno?“
Scopriamo insieme tutti i dettagli relativi alla procedura nel caso in cui si verifichi questa particolare situazione.
Cambio di residenza in corso d’anno: mini-guida su come muoversi in questa particolare situazione
In base all’art. 13, comma 4, del D.L. 201/2011, convertito con modificazioni dalla L. 214/2011, l’IMU e la TASI sono dovute per l’intero anno se l’immobile è adibito ad abitazione principale e il possessore ha la residenza anagrafica nello stesso comune in cui è situato l’immobile. Nel caso in cui il proprietario dell’immobile trasferisca la propria residenza nel corso dell’anno, l’obbligo di pagamento, ovvero l’esenzione, devono essere rapportati rispettivamente ai mesi nei quali sono presenti i requisiti che servono a definire l’abitazione principale, ossia la contemporanea presenza di residenza anagrafica e l’ effettivo utilizzo dell’immobile.
Se invece tra la vendita della vecchia abitazione e il trasferimento nella nuova è intercorso un periodo di tempo nel quale il nuovo immobile è rimasto a disposizione, vale a dire non abitato, ad esempio per l’esigenza di effettuare lavori di ristrutturazione, per questi mesi sarà obbligatorio il pagamento dell’IMU con l’aliquota prevista per le seconde case da parte del proprio Comune. Solo dal momento dell’utilizzo effettivo, accompagnato ovviamente dal cambio di residenza, sarà possibile l’esenzione.
Vediamo insieme due esempi: 1. Abitazione acquistata il 12 gennaio come prima casa. Lavori di ristrutturazione in corso e trasferimento di residenza dal 20 aprile. Il proprietario pagherà IMU e TASI per i primi quattro mesi dell’anno, avrà l’esenzione dalle imposte da maggio in poi. 2. Prima casa abitata dal proprietario per il periodo gennaio-febbraio. A marzo trasferimento in altre regione per motivi di lavoro. Sull’immobile niente IMU e TASI per i primi due mesi dell’anno ,ma si è tenuti al pagamento entrambe le imposte da marzo in poi.
In caso di cambio di residenza ai fini delle imposte si deve far riferimento alla data di presentazione della domanda. In caso di esito positivo dell’accertamento da parte dei vigili urbani, infatti, la data di decorrenza dell’iscrizione anagrafica sarà quella in cui è stata presentata la richiesta allo sportello comunale. Per comunicare il cambio di residenza è necessario presentare una dichiarazione all’ufficio anagrafe del Comune di nuova residenza. La dichiarazione può essere presentata: 1. in forma cartacea, presso l’ufficio anagrafe del Comune di nuova residenza; 2. in forma telematica, attraverso il portale web del Comune di nuova residenza.
La dichiarazione deve contenere le seguenti informazioni: 1. nome, cognome, data e luogo di nascita, codice fiscale e indirizzo di residenza del dichiarante; 2. data di trasferimento; 3. indirizzo di precedente residenza; 4. eventuali dati dei familiari che trasferiscono la residenza con il dichiarante. Alla dichiarazione deve essere allegata una fotocopia del documento di identità del dichiarante e, nel caso in cui il cambio di residenza sia accompagnato da un trasferimento di domicilio, anche una fotocopia del contratto di locazione.
In caso di ritardo nella comunicazione del cambio di residenza, il contribuente è tenuto a pagare l’IMU e la TASI per l’intero anno, indipendentemente dalla data di trasferimento della residenza. Tuttavia, è possibile richiedere la riduzione dell’importo dovuto, presentando apposita istanza al Comune di nuova residenza. L’istanza deve essere presentata entro 45 giorni dalla data di trasferimento della residenza. La riduzione dell’importo dovuto è pari alla differenza tra l’imposta dovuta per l’intero anno e l’imposta dovuta per i mesi di effettivo possesso dell’immobile.