IMU 2024: è possibile usufruire di alcune agevolazioni sul pagamento della tassa ma non tutti lo sanno. Quali sono le riduzioni e chi è esentato
Il pagamento delle tasse arriva sempre puntuale, senza ritardi o distrazioni. Appuntamenti con i quali i cittadini non hanno mai piacere ma che purtroppo rientrano negli adempimenti da fare. Tra questi c’è anche l’IMU, la tassa sugli immobili di proprietà che va pagata, in due rate, a giugno e a dicembre secondo precise regole da seguire per la definizione delle rate.
Non tutti sanno però che in alcuni casi ci sono delle agevolazioni a cui si ha diritto arrivando addirittura all’esenzione. Vediamo allora quando questa tassa non va pagata o si può usufruire di alcune riduzioni.
IMU 2024: quali sono le riduzioni di cui usufruire
Chi possiede uno o più immobili, lo sa bene: giugno e dicembre sono i mesi in cui si paga l’IMU, l’Imposta Municipale Propria. È ormai noto che la tassa non è da pagare sulla prima casa ad eccezione nei casi in cui questa rientra in specifiche categorie catastali ovvero: A/1, A/8 e A/9, che classificano l’abitazione come un “bene di lusso”.
Ci sono però delle riduzioni di cui si può usufruire sul pagamento dell’imposta che vengono concesse ad alcune categorie di contribuenti o ad alcuni stabili che hanno specifiche caratteristiche. Si può usufruire, ad esempio, della riduzione del 25% quando l’immobile viene affittato ad un canone concordato. Che cosa significa? Che proprietario e locatario si accordano per abbassare il canone di locazione stabilendo una continuità nel tempo. In questo caso lo Stato viene incontro al proprietario con una riduzione della tassa.
La riduzione arriva al 50% sia quando un immobile è concesso in comodato d’uso a genitori, figli o parenti di primo grado, che usano quella casa come abitazione principale, che quando è stato dichiarato di interesse artistico o storico, oppure se non è agibile o inabitabile e per questo non può essere utilizzato.
Esenzione dell’IMU 2024, quando è possibile
Si parla di esenzione totale, invece, per altre casistiche: quando un edificio viene utilizzato solo per l’esercizio del culto, oppure quando è di proprietà della Santa Sede, come previsto dai Patti Lateranensi, o è di proprietà di Stati esteri o di organizzazioni internazionali. Non rientrano negli immobili tassati anche i fabbricati rurali e per quelli definiti “collabenti”, ovvero i fabbricati che non risultano essere idonei né per produrre reddito e né tantomeno possono essere utilizzabili a fini abitativi. Le spese di pagamento dell’IMU, inoltre, secondo quanto stabilito dalla Legge di bilancio, possono essere detratte per gli immobili che vengono usati per esercitare la propria attività.