CUP non accetta pagamenti in denaro contante per visite prenotate. Si tratta di un comportamento legittimo?
Può apparire una sorta di scherzo di cattivo gusto, dopo settimane o mesi di attesa, si arriva alla cassa del CUP (Centro unico di prenotazione) per pagare la visita specialistica prenotata e attesa nelle ASL (Azienda sanitaria locale). Però l’addetto non accetta il denaro in contante. Una situazione che non solo crea imbarazzo, ma determina un’incomprensibile perdita di tempo.
La domanda che immediatamente ci si pone in situazioni del genere è legittimo un comportamento simile? Diciamo immediatamente che le Amministrazioni pubbliche stanno incentivando l’uso degli strumenti elettronici di pagamento per i servizi offerti. Questo vale anche per le amministrazioni del settore sanitario. Il fine è facilitare la gestione del denaro. Ma rifiutare il contante è legittimo? La domanda resta valida.
CUP può rifiutare il contante nei pagamenti?
Diciamo immediatamente che la legge non consente né alle amministrazioni pubbliche , né ai privati di rifiutare il pagamento in denaro contante, purché la somma non superi i 4.999 euro. Questo rappresenta il limite massimo per le transazioni in contanti.
Né privati, né amministrazioni possono rifiutare pagamenti in contanti in quanto l’euro rappresenta la moneta in corso legale nel Paese e in tutti gli aderenti all’Unione europea. Questo significa semplicemente che banconote e monete in euro devono essere accettati da tutti come forma di pagamento, al di sotto della soglia dei 5mila euro. Al di sopra di questa scatta l’obbligo di utilizzo di forme tracciabili di pagamento (carte elettroniche, bonifici, assegni e via di seguito).
Il rifiuto di moneta avente corso penale è un reato, che tuttavia è stato depenalizzato e sanzionabile solo in via amministrativa con una multa di 30 euro. Il rifiuto del pagamento in contanti in un CUP potrebbe configurare altri reati come il rifiuto d’atti d’ufficio o l’interruzione di pubblico servizio. Ma resta difficile ravvisare questi reati nelle situazioni reali che si creano in una ASL che rifiuta un pagamento in contanti.
Molte ASL hanno introdotto nel tempo sistemi di pagamento del ticket alternativi al contante. Hanno attivato delle modalità di saldo attraverso tabaccherie, farmacie, banche aderenti al circuito CBill, uffici postali, strumenti Pago PA. In questo modo l’uso dei contanti è spostato dalla cassa del CUP ad altri luoghi fisici. Senza considerare che in alcune ASL sono state installate macchine riscuotitrici per i pagamenti in contanti.
Quindi di fatto in alcune ASL non è più possibile pagare in contanti ed è meglio verificare se esistano strumenti di pagamenti alternativi (come tabaccherie, uffici postali, farmacie eccetera) che non comportino disagi eccessivi per gli utenti. Solo in caso di rifiuto del tutto immotivato e discriminatorio, tale da provocare l’impossibilità di accedere al servizio sanitario si può presentare denuncia. Ma le possibilità di ottenere risarcimenti sono estremamente ridotte.