Pensate sia impossibile pagare meno tasse? Non è così e il mio commercialista mi ha spiegato come fare. Il trucco sta tutto nel compiere spese indispensabili a ridurre la pressioni fiscale.
Le tasse il tema più scottante per ogni cittadino, perché che si sia lavoratori o pensionati le tasse vanno obbligatoriamente pagate. Del resto è anche da questo sistema che dipendono molto dei servizi che riusciamo ad usufruire in maniera più o meno gratuita, come la sanità pubblica e il servizio scolastico (giusto per accennarne due, ndr).
E tuttavia se c’è una cosa che ogni contribuente cerca di fare è provare a pagare meno tasse; tentativi che, va da sé, sono di tipo legale e quindi nel pieno rispetto della legge perché la verità è che è vero il detto “fatta la legge, trovato l’inganno” che in questo caso vuol dire che c’è sempre un modo, un piccolo escamotage che permette di risparmiare sulle tasse da versare.
La percezione nel nostro Paese è che i lavoratori paghino troppe tasse, soprattutto se si è dei lavoratori autonomi. Il tema delle Partite Iva è abbastanza complesso e c’è da dire che la normativa a riguardo la tassazione degli autonomi cambia anche a seconda dei governi che si alternano. Certo restano immutati i principi di funzionamento, come ad esempio la scelta di un regime piuttosto che un altro o, ancora, le agevolazioni sui primi 5 anni di attività rispetto ai successivi. Ma se queste sono tematiche troppo tecnicistiche, grazie al mio commercialista ho trovato un modo per pagare meno tasse, rispettando la legge. Curiosi di sapere come? Ve lo spiego di seguito.
Quando si parla di lavoratori autonomi e liberi professionisti c’è da sapere che esiste il principio di inerenza; si tratta di una clausola dell’ordinamento tributario, un principio fondante che determina la detrazione ai fini dell’IVA.
Che vuol dire questo? In parole più semplici, noi sappiamo che anche i lavoratori autonomi sostengono dei costi che vanno dall’acquisto delle eventuali attrezzature indispensabili al lavoro all’acquisto dei biglietti di treno o aerei per gli spostamenti e così via. È bene queste spese possono essere detratte.
Per farlo è necessario che il costo sia sostenuto effettivamente dal lavoratore autonomo, titolare quindi di partita IVA e soprattutto che riesca a documentare la spesa effettuata attraverso una fattura o un documento commerciale -ossia uno scontrino che riporti la partita IVA del professionista.
Ma quali sono effettivamente gli oneri detraibili ovvero quelle spese che se effettuate permetteranno di ridurre la pressione fiscale? La lista, in effetti, è abbasta lunga:
Ma si possono portare a deduzione anche altre spese, come quelle per gli immobili ad uso promiscuo se, per esempio, si utilizza una parte della casa come sede dell’attività.
Attenzione però, con la nuova riforma fiscale non tutti regimi possono detrarre le spese quindi la regola del più spendo meno tasse pago non vale per tutti ed è bene informarsi prima dal proprio commercialista.
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