Il canone Rai non sempre bisogna pagarlo: questo particolare lo rende nullo, sono in molti a non saperlo e perdono i soldi

Non sempre bisogna pagare il canone Rai. C’è un particolare che lo rende nullo. È un cavillo che in molti non conoscono: ecco di che cosa si tratta e che cosa fare.

La tassa televisiva è una imposta che fa parte dell’economia di tutti gli italiani da molti anni, precisamente dal dopoguerra e da quando è arrivata la TV nelle case delle famiglie e con essa la diffusione delle informazioni via etere.

Canone Rai non pagarlo
Non sempre bisogna pagare il canone – codiciateco.it

È proprio da quel momento in cui gli italiani si sono trovati a dover versare un contributo nelle casse statali per lo sviluppo della Radiotelevisione Italiana, da tutti comunemente conosciuta come RAI. Il tributo deve essere versato obbligatoriamente da tutte le persone fisiche che posseggono in casa un apparecchio che riceve il segnale televisivo.

In pratica, quasi tutte le famiglie sono tenute a versare il canone RAI che fino a quest’anno è stato di 90 euro, mentre dal prossimo anno sarà di 70 euro stando a quanto stabilito dalla Legge di Bilancio. Non tutti sanno è che non sempre bisogna pagare l’imposta. A chiarire il tutto è stata la Cassazione rivelando quando la tassa viene prescritta.

Canone RAI, ecco quando va in prescrizione la tassa

La Corte di Cassazione, attraverso l’Ordinanza n. 33213 di novembre 2023, ha fissato dei principi che riguardano la prescrizione del Canone Rai che, ricordiamo, ha cadenza annuale. In assenza di una disciplina derogatoria, bisogna applicare quanto stabilito dall’articolo 2946 del codice civile previsto per le tasse imposte sui redditi e l’IVA.

Canone Rai: prescrizione
La prescrizione del canone Rai – codiciateco.it

Proprio per questa ragione, la prescrizione del canone è in dieci anni e dunque non cinque anni. La Cassazione ha precisato in più di una occasione che il credito erariale per la riscossione delle imposte si prescrive nell’ordinario termine decennale in termine IRPEF, IVA e IRAP. È espresso nell’articolo 78 del DPR n. 131 del 1986.

Questo stesso principio, dunque, deve essere esteso anche al canone radiotelevisivo di cui al RD n. 246 del 1938 che, almeno per il momento, non ha una specifica disposizione in merito al tema del termine di prescrizione idonea a derogare la previsione in genere di cui ha in oggetto l’art. 2946 c.c.

Tuttavia, è importante ricordare che il versamento deve essere effettuato tutti gli anni ed è a carico di tutti gli italiani che detengono un dispositivo. Prendendo in considerazione che circa il 99% degli italiani ha in casa una TV, oggi tutti sono tenuti a pagare la tassa. Anche se non mancano le discussioni sul tema dati i nuovi sistemi televisivi.

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