Quanto si potrebbe percepire con meno di 20 anni di contributi: sfruttando le deroghe Amato, la cifra che si percepirebbe non è affatto male.
Per ottenere una pensione completa, come sappiamo, occorre avere tutti i requisiti di anzianità. In Italia, ad esempio, bisogna aver compiuto 67 anni di età e aver versato circa 20 anni di contributi. Ciò è stato stabilito nel 2011, tramite la Legge Fornero, e che nel tempo tanto ha fatto discutere. Nonostante tutto, la Legge non è stata ancora cancellata, ed è tutt’ora in vigore.
Tuttavia, è stata introdotta una piccola modifica, che l’ha decisamente migliorata. A partire da quest’anno, infatti, basterà maturare un assegno previdenziale pari all’importo dell’assegno sociale. Tra l’altro, non è più necessario raggiungere i 67 anni di età, ma si può accedere alla pensione di vecchiaia anche prima. È possibile andare in pensione anche con meno di 20 anni di contributi?
Secondo le nuove modifiche in vigore a partire dal 2024, si può andare in pensione versando un minimo di 15 anni di contributi, e non 20 come era stato pensato in origine. Ma come funziona? Per poter usufruire di questo “scivolo” si possono sfruttare le tre deroghe Amato (la quarta non è più in vigore), che permettono al lavoratore di andare comunque in pensione, sempre a 67 anni, fino al 31 dicembre 2026.
Naturalmente, si dovranno rispettare sempre determinati requisiti, come ad esempio, i contributi versati completamente entro il 31 dicembre 1992, con l’autorizzazione da parte dell’INPS per il versamento dei contribuiti volontari entro il 26 dicembre 1992. Si tratta di un requisito fondamentale, che conta anche i periodi di lavoro all’estero, i contributi figurativi e da riscatto, e quelli ricongiunti verso le gestioni INPS.
Oppure, il primo contributo deve essere stato versato 25 anni prima della richiesta di pensionamento. Andando in pensione dopo appena 15 anni di contributi, la cifra che si ottiene non è male, perché vengono tenuti in conto due fattori fondamentali. Il montante contributivo, ossia l’insieme dei contributi versati in tutta la carriera, e l’età che ha la persona nel momento in cui richiede la pensione.
Il montante contributivo viene moltiplicato per un coefficiente di trasformazione, che aumenta con l’avanzare dell’età. Ovviamente, più sono alti i contributi e maggiore sarà la cifra percepita con la pensione. Il requisito dei 15 anni di contribuzione può essere conseguito anche attraverso il cumulo dei contributi, ossia sommando gratuitamente i versamenti accreditati ai fini del diritto a pensione.
Le prime due deroghe Amato sono valide sia i lavoratori dipendenti che per i lavoratori autonomi, tranne la terza deroga, valida solo per i dipendenti. La terza deroga prevede 15 anni di contributi per lavoro subordinato, accreditati presso il fondo pensione dei lavoratori dipendenti, oppure almeno 25 anni di anzianità assicurativa.
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