Assegno unico: che cosa sta succedendo nell’ultimo periodo il governo sarebbe preoccupato e potrebbe trovarsi in una situazione di crisi.
La Commissione europea ha fatto ricorso alla Corte di giustizia contro i requisiti previsti per ottenere la misura per il sostegno al reddito delle famiglie più disagiate. Si tratta di uno degli aiuti più importanti per tali categorie. In questo modo infatti questi nuclei familiari possono ottenere 200 € in più al mese, per ogni figlio.
Tuttavia la Commissione europea, ha scelto di ricorrere contro l’Italia e di mettere in difficoltà il governo Meloni. Alla base del fatto, ci sarebbe la convinzione dell’Unione Europea che i requisiti siano troppo stringenti, soprattutto nei confronti dei cittadini di altri Stati membri e che tale misura, andrebbe a violare le norme comunitarie. Per questa ragione è stato aperto l’ennesimo contenzioso.
L‘assegno unico e universale, si ottiene solo in possesso di alcuni requisiti specifici, questa formula può essere ottenuta anche dagli stranieri, tuttavia devono soddisfare determinati requisiti tra cui. Quello di essere un cittadino membro dell’Unione Europea o un suo familiare titolare del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente.
È consentito percepire l’incentivo anche se si è un cittadino di uno Stato non appartenente all’Unione Europea, ma con regolare permesso di soggiorno. Possono riceverlo anche i lavoratori che si trovano in Italia per un periodo superiore a sei mesi, sempre con permesso di soggiorno. Lo stesso discorso vale per i soggetti che si trovano nella nazione per motivi di ricerca autorizzati a soggiornare in Italia, per un determinato periodo.
Tra gli altri requisiti, c’è quello del pagamento delle imposte sui redditi in Italia e della residenza in Italia da almeno due anni. Dunque a poter percepire l’assegno, è una bella fetta della popolazione. Vediamo che cos’è che secondo l’Unione Europea andrebbe a violare alcuni diritti.
Secondo la Commissione dell’Unione Europea, alcune regole che riguardano l’assegno unico, sarebbero discriminatorie. In particolare nei confronti dei lavoratori mobili di altri Stati membri, che si sono trasferiti da poco in Italia, e che devono mantenere la famiglia residente in un altro paese. Secondo l’UE, si tratterebbe di una violazione del diritto europeo in materia di coordinamento della sicurezza sociale di libera circolazione.
Questo quanto sottoposto alla Corte di giustizia europea, dalla Commissione, Il governo Meloni dal canto suo per difendersi, ha ricordato che sono stati stanziati oltre 3 miliardi di euro per sostenere il sistema del bonus. L’assegno unico rappresenta una delle misure al centro dell’azione del governo per risollevare la nascita del paese.
I fondi però sarebbero limitati ed estendere il diritto dell’assegno unico ulteriormente, a più stranieri, e addirittura ai figli rimasti nel paese di origine, vorrebbe dire incrementare ulteriormente le risorse, oppure farlo a discapito degli italiani. Il che sarebbe complicato, soprattutto alla luce dei nuovi vincoli di bilancio. Le ragioni dunque, secondo il governo sarebbero principalmente economiche. La corte di giustizia invece, ancora non si sarebbe esposta, la Commissione UE, al momento, può solo aspettare la sentenza.
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