Le PMI stanno avendo problemi a trovare lavoratori stagionali perché gli Italiani cercano posizioni più stabili: cosa è emerso?
La Pasqua sta per arrivare ma l’osservatorio Evolution Forum Business School sulle piccole e medie imprese sta registrando un trend preoccupante. In media 1 azienda su 3 rischia la chiusura durante il periodo pasquale. O comunque di non poter svolgere la propria attività ricettiva come finora si era sempre fatto.
Eppure i contratti stagionali e le proposte di lavoro ci sono e anche la disponibilità dei datori di lavoro a retribuire in maniera onesta i lavoratori. Allora da cosa dipende questa situazione? La risposta sta in un cambio di mentalità che si sta registrando in molti Italiani. Se prima si dava più valore al posto fisso, oggi si tende a concentrarsi sull’imparare e fare nuove esperienze.
Lo confermano i dati raccolti su 1200 micro e piccole imprese, dove si rischia che i proprietari debbano mettersi ai fornelli in prima persona per scongiurare la chiusura durante il primo vero momento di vacanza degli Italiani nel 2024: la Pasqua. Questi dati riguardano attività di ogni genere, dalle caffetterie alle pescherie, dai ristoranti ai bar. In altre parole riguardano tutte quelle attività che dovrebbero effettivamente lavorare durante i giorni di vacanza.
Questi dati vanno a sommarsi con quelli riguardanti la chiusura definitiva dei ristoranti e delle attività ricettive. Secondo il Rapporto 2024 dell’Osservatorio Ristorazione, infatti, nonostante vengano aperte numerose nuove attività, quelle che chiudono per sempre i battenti si contano comunque nell’ordine delle decine di migliaia. Tra le cause della chiusura si può ad esempio annoverare la mancanza di personale, sia specializzato che generico.
Non stupiscono dunque le percentuali condivise dall’osservatorio Evolution Forum Business School: nel settore alberghiero il 33% delle strutture ricerca chef de rang, il 29% dei ristoratori cerca sous chef, il 47% camerieri, il 40% guardarobieri, il 22% e 21% rispettivamente lavapiatti e portieri.
Le parole di Gianluca Spadoni, ideatore della Forum Business School, riassumono perfettamente la situazione attuale. “La partita non si gioca più su 100 o 200 euro in più al mese in busta paga. Bisogna cercare di cambiare l’offerta partendo dal presupposto di costruire un’azienda in cui le persone vogliano stare; non solo per il guadagno, ma anche per aumentare le proprie competenze, trovando un ambiente lavorativo in cui si viene considerati e stimati e in cui l’imprenditore non è più il capo e basta come negli anni ’80“, ha commentato Spadoni.
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