Il passaggio al mercato libero del gas e dell’energia elettrica ripropone, con forza, il tema della spesa per le bollette, la convergenza è un buon metodo per ridurre costi e consumi
Il 2024 è un anno di importanza capitale per i consumatori italiani. Un anno nel quale entrano a regime due riforme fondamentali del mercato. Due riforme che, nelle intenzioni del legislatore, devono avere lo stesso effetto che ebbe la liberalizzazione delle tariffe dei consumi telefonici e delle assicurazioni per le auto nella seconda metà degli Anni Novanta dello scorso secolo. Una riforma che, in pochi mesi, ebbe subito un grande impatto riducendo i costi delle bollette e delle tariffe.
E al tempo stesso garantendo l’ingresso di nuovi player su un mercato completamente bloccato. La riforma di cui parliamo è il passaggio al mercato libero delle bollette della luce e delle bollette del gas. Un passaggio che avviene gradualmente, dal 1 gennaio è accaduto per i fornitori del gas dal 1 luglio per quello dei fornitori di energia elettrica. Ma, in realtà, già da mesi gli utenti e i consumatori sono stati allertati ed avvisati formalmente di quanto è previsto dalla norma.
Un passaggio che, soprattutto in termini di chiarezza, non è stato gestito in maniera brillante. Tanto è vero che si moltiplicano le segnalazioni di casi di utenti, soprattutto anziani e con bassa scolarizzazione, che sono stati sostanzialmente indotti a cambiare tariffa e a farlo in modo peggiorativo. Per questo motivo tutte le associazioni per la tutela dei consumatori presenti sul territorio nazionale hanno deciso di mobilitarsi con opuscoli e linee telefoniche dedicate per sostenere chi è più in difficoltà nel districarsi in questo passaggio. Associazioni per la tutela dei consumatori che però convergono tutte su un dato.
La convergenza, di nome e di fatto, è quella di approdare a bollette per la luce, per il gas e per i consumi internet sottoscritti tutti con lo stesso gestore. Il motivo, si legge ad esempio sul alcuni popolari siti dedicati al tema, è legato al fatto che avere un unico gestore permette almeno tre tipi di risparmio. Sull’emissione delle bollette, sul loro trasporto, sia esso fisico che virtuale e sulla scontistica applicata. Per non tacere dei costi di attivazione che vengono ridotto da tre ad uno. Tutti fattori che, combinati tra loro, generano un risparmio di almeno 72 euro l’anno, 6 euro al mese per almeno tre anni. Non sono cifre da capogiro ma pagare di meno è sempre positivo
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