Anche un gamer professionista che guadagna denaro con la sua attività ludica, si trova a dover pagare le tasse: vediamo come funziona in questo caso.Â
Se giocando online si percepisce un reddito, le entrate economiche vanno dichiarate ed è necessario pagarvi le relative tasse. Al giorno d’oggi, è sempre più diffuso il gioco online e l’attività del gamer svolta in maniera professionale. Nonostante la sua espansione, tuttavia, in pochi sanno come regolarizzare gli ingressi economici provenienti dal gioco e come evitare sanzioni nel caso in cui si venisse scoperti. Capiamo meglio di quali entrate stiamo parlando in caso di gaming online, come vengono tassate e in quali casi diventa obbligatoria l’apertura di una Partita Iva.
Prendiamo come esempio i tornei sportivi online. Alcune gare a tema sportivo che vengono organizzate tra gamers online, comportano dei premi in denaro per i vincitori. Questi premi vengono finanziati da varie pubblicità e sponsorizzazioni e chi raggiungerà il podio porterà a casa delle soddisfazioni talvolta molto soddisfacenti. Questi importi, tuttavia, non possono restare nel silenzio o si rischia di incappare in controlli del fisco e nelle loro conseguenze.
Gamer professionisti, come devono regolarizzare le entrate
Al momento non esiste una normativa fiscale che regoli la situazione fiscale dei gamer professionisti. Ne consegue che essa debba essere soggetta a norme generiche. Le entrate possono derivare da vincite di premi nei tornei di giochi online, collaborazioni in team, pubblicità online e sponsorizzazioni. Esse devono essere dichiarate nella sezione “redditi diversi” e sono tassati con le aliquote Irpef del nostro ordinamento.
Nel 2024, troviamo 3 diversi scaglioni di reddito: Â il 23% fino a 28.000 euro; il 35% da 28.000 a 50.000 euro; il 43% per redditi oltre i 50.000%. Naturalmente, il denaro proveniente dal gioco si accumula ad eventuali altri redditi presenti.
L’ingresso derivato dall’attività di gaming va inserito nel quadro D del modello 730 o nel quadro RL del modello Redditi P.F. Secondo l’articolo 69 del TUIR, l’importo da dichiarare consiste nella cifra lorda ottenuta, senza tener conto dei costi sostenuti per l’attività , quali ad esempio la spesa affrontata per l’acquisto di un pc. Anche il gamer professionista dovrà aprire Partita Iva: l’obbligo scatta quando l’attività diventa abituale e smette di essere occasionale. E’ il caso, ad esempio, di un’assunzione da parte di un team o dell’avvio di una prestazione di lavoro autonomo in un team.
Con la Partita Iva, in regime ordinario o forfettario, si potranno fatturare anche tutti gli introiti delle sponsorizzazioni. I Codici Ateco correlati sono: 82.99.99 per l’attività di gaming vera e propria (“altri servizi alle imprese”); 73.11.02 per campagne di marketing e servizi pubblicitari; 63.12.00 per la gestione di portali web. Nel modello AA9/12 utilizzato per aprire la posizione fiscale, possono essere inseriti anche tutti e tre i codici, in modo da fatturare con codice specifico tutti gli introiti provieniti dall’attività . Scopri in quali casi si può vendere online senza Partita Iva.