Ogni giorno perdi tanti soldi, senza nemmeno accorgertene: l’indagine sul costo della pausa pranzo, sempre più caro per i lavoratori.
Secondo una recente indagine dell’Osservatorio Nazionale Federconsumatori, il costo della pausa pranzo è sempre più caro per tutti i lavoratori. Gli italiani, in pausa pranzo, spendono tantissimo, e senza neanche accorgersene. Anche nel 2024 prosegue il trend negativo iniziato ormai da qualche anno, con l’aumento dei prezzi e dei servizi, in questo caso da parte dei bar e delle tavole calde.
Mangiare fuori a pranzo, magari durante la pausa dal lavoro, è diventato sempre più dispendioso per la singola persona, con costi aumentati rispetto al periodo precedente la pandemia. Lo smartworking, che rappresenta infiniti aspetti positivi, in Italia è ancora visto con qualche dubbio, soprattutto dalle vecchie generazioni, e così, molte aziende, chiedono ai dipendenti di rientrare in ufficio, ma tutto ciò cosa comporta?
Gli effetti del rientro in ufficio: pausa pranzo raddoppiata, ogni giorno perdi tanti soldi senza accorgertene
È l’Osservatorio Nazionale Federconsumatori a far notare l’aumento spropositato degli spuntini e dei pasti al bar e nelle tavole calde. È uno dei tanti aspetti negativi del rientro in ufficio, e ha un peso enorme sulle spalle dei lavoratori. Sui benefici dello smartworking non ci sono più dubbi, le aziende hanno avuto incrementi di lavoro, ma non solo, perché, come testimoniato, hanno promosso un lavoro di qualità migliore.
Non può essere altrimenti, con lo smartworking, infatti, il lavoratore è meno stressato, dorme di più, perciò ha la mente più fresca quanto attacca al lavoro, non si stanca per via del traffico, ha più tempo libero per dedicarsi agli hobby e per riposare. I lavoratori lavorano di più, sono più concentrati, e lavorano meglio. Senza contare che città c’è minore inquinamento, meno traffico, meno caos.
Insomma, i benefici del lavoro agile e del lavoro da casa sono enormi, eppure, nonostante i dati evidenti, l’Italia anche in questo campo resta indietro. Forse non si torna più in ufficio tutti i giorni, come si faceva un tempo, e molte aziende hanno adottato un lavoro “ibrido”, facendo tornare i lavoratori in sede solo qualche giorno a settimana.
L’importanza dei buoni pasto e del loro “valore”
Tuttavia, il ritorno in ufficio non è soltanto una batosta per la salute mentale e fisica, ma anche per il portafogli. Come riporta l’Osservatorio Nazionale Federconsumatori, mensilmente si arrivano a spendere anche 300 euro di pasti. Pasti che hanno subito un incremento dell’8% rispetto al 2020.
La media di un pasto in una tavola calda è di 12 euro. Chi cerca di risparmiare, consumando solo una bottiglietta di acqua e un panino, spende almeno 6 euro, 8 euro per chi consuma un piatto di pasta, 10 euro per un piatto di carne o pesce. Insomma, sono tanti soldi, se si pensa che sono spesi ogni giorni, in pausa pranzo.
In un contesto di inflazione crescente e di costi in aumento, è importante rivedere i buoni pasto, in questo momento fermi a un massimo di 8 euro. È importante fornire buoni pasto dello stesso valore di un pasto medio, altrimenti il lavoratore ci rimette sempre.
Il mercato dei buoni pasto in Italia si attesta su un valore dei 4 miliardi di euro, per 4 milioni di consumatori. Si capisce che è troppo poco, poiché sono 19 milioni i potenziali consumatori. 8 euro di buono pasto, inoltre, vanno bene per un pasto veloce al bar. Alla tavola calda, la media è di 12/15 euro, quasi il doppio.