Il Fisco verifica anche i libretti e i conti di risparmio. Quali sono i limiti da rispettare oltre i quali ci sono gli accertamenti
Il contante circola di meno rispetto a un tempo, soprattutto perché gli stipendi vengono pagati sempre con i bonifici. L’Italia è però ancora indietro rispetto agli altri Paesi poiché in tanti, per tradizione culturale, preferiscono ancora ritirare i soldi dalle banche anche per fare la spesa quotidiana. Insomma, si paga meno con la carta.
Fisco, giacenza media e controlli: cosa sapere
Il soldi lasciati sui libretti e i conti sono al sicuro da eventuali furti poiché nel caso dovessimo perdere la carta, potremmo bloccarla. Allo stesso momento, però, quei soldi vanno dichiarati. Oltre delle cifre, il Fisco pretende giustamente il pagamento delle tasse e in casi sospetti può avviare accertamenti. Vediamo quali sono i limiti.
La prima tassa che viene applicata sui conti correnti e sui libretti di risparmio è l’imposta di bollo. Per le persone fisiche è pari a 34,20 euro per ogni anno in cui la giacenza supera i 5mila euro.
Per i conti e i libretti di società , invece, l’importo dell’imposta di bollo è di 100 euro, ma senza minimo di giacenza. Ma cos’è la giacenza media? È la somma di tutti i saldi giornalieri, con il risultato che è la divisione di giorni di rendicontazione. Se il risultato medio supera i 5mila euro è applicata l’imposta di bollo pari a 2,85 euro per ogni mese in cui la giacenza media supera l’importo limite.
Quando l’imposta di bollo del conto deposito è prevista (non sempre c’è poiché alcuni istituti di credito hanno scelto di accollarsi il costo per avere più clienti) è pari allo 0,2% dell’importo vincolato ed è dovuta solo quando la giacenza media supera i 5mila euro.
Facendo un esempio con un conto deposito con 7mila euro vincolati aperto il 1 gennaio 2024 e mantenuto fino a fine anno, se la giacenza supera i 5mila quindi si applica l’imposta di bollo dello 0,20%.
Il calcolo da fare è dunque il seguente:
7.000 x 0,20% = 14 euro di imposta di bollo.
L’imposta va corrisposta in base ai giorni di deposito. Se l’aperura va dal 1 giugno fino al 31 dicembre, l’imposta di bollo sarà pari a:
7.000 x 0,20%) x 202 (i giorni di apertura del conto deposito
/ 365= 7,74 euro di imposta di bollo.+
Per quanto riguarda i controlli del Fisco per scoprire eventuali casi di evasione fiscale, esso ha accesso a conti corrente, conti deposito, libretti di risparmio, titoli e obbligazioni per stanare l’evasione fiscale. Il cliente della banche è bene che abbia un concetto ben in testa: non è un problema avere una somma cospicua ma che questa sia coerente con le entrate dichiarate.
Ovvio che se il guadagno di un anno è pari a 40mila euro, è sospetto che 20mila euro siano destinati al risparmio. Si possono risparmiare tutti quei soldi, ma in caso di controllo bisogna saperli giustificare. Il Fisco infatti potrebbe pensare che il soggetto in questione abbia altre fonti di guadagno a nero che utilizza per le spese correnti, lasciando quasi tutto sul conto.