Fisco e lavoro, i provvedimenti che stanno per essere varati dal governo nell’incontro con le forze sindacali. I dettagli.
Continuano i preparativi per il cosiddetto Decreto coesione in arrivo nei primi giorni di maggio, come lo scorso anno per il decreto che proprio durante la Festa dei lavoratori approvò la conclusione del Reddito di Cittadinanza, le nuove causali per i contratti a termine e i punti di sgravio contributivo in busta paga.
Ora le nuove proposte riguarderanno temi inerenti al lavoro e alla fiscalità, con un decreto legislativo esaminato in occasione del Consiglio dei Ministri di oggi. Lo scopo del provvedimento, come riportato dagli organi di informazione, è da un lato sostenere il potere d’acquisto delle fasce più deboli dei lavoratori e dall’altro favorire le aziende che assumono.
Fisco e lavoro, quali decisioni prese dal governo
Per quanto riguarda le politiche di contrasto alla disoccupazione e di crescita dell’occupazione, la scelta è di sostenere le assunzioni dei giovani, delle donne e delle categorie più deboli del lavoro. la proposta è di contenere i costi contributivi per due a favore dei nuovi assunti. Inoltre sono in cantiere iniziative ad hoc per l’apertura di attività produttive del Sud, quanto per il Centro e il Nord del paese.
Si parla anche di riqualificare i lavoratori di grandi imprese in crisi, favorendo l’incontro fra l’offerta e la domanda di lavoro. Nel dettaglio nella bozza del Decreto la super deduzione spetterebbe alle aziende che hanno esercitato l’attività nell’ultimo anno, che nello stesso periodo hanno avuto un incremento di occupazione con una quota deducibile dei contributi versati pari al 120 per cento. quota che arriva al 130 per cento in caso di assunzione di donne, giovani e categorie svantaggiate di lavoratori.
Sul fronte della difesa del potere d’acquisto delle fasce di più deboli del lavoro dipendente, avanza l’idea di un bonus fino a 100 euro lordi in busta paga per i redditi fino a 28mila euro annui, a gennaio 2025. La misura valida un anno è destinata a lavoratori con coniuge e almeno un figlio a carico e alla famiglie monoparentali con un unico figlio a carico. Nel decreto poi il governo si propone di accelerare l’avvio delle politiche di coesione.
I miliardi di euro in ballo sono circa 75, dei quali 43 di risorse comunitarie. I fondi europei sono assegnati al paese ogni sette anni e devono essere destinati a politiche sociali, del lavoro e di sostegno alle imprese. Queste le possibili iniziative al via con il Decreto in uscita. Critiche arrivano da CGIL e UIL per l’assenza di scelte strutturali e definitive.
Questione salariale e condizioni di precarietà non sono affrontate nel provvedimento. Così come non si parla di sicurezza nel lavoro, né di detassazione degli aumenti contrattuali. Più possibilista la CISL che condivide la politica di deduzione del costo del lavoro e gli incentivi alle assunzioni di giovani e donne.