Il fermo amministrativo all’auto è una brutta tegola e che non riguarda solo il divieto di circolazione: ecco tutte le conseguenze che ci sono.
Al di là di quel che si possa pensare, il fermo amministrativo all’auto è un provvedimento molto più che frequente. Esso scatta per mano e volontà dell’Agente per la Riscossione Esattoriale ogni qual volta ci sono delle irregolarità o dei mancati pagamenti relativi a tasse o a sanzioni. Il caso che tutti quanti conoscono è quello relativo al mancato pagamento del bollo auto, ma può scattare anche, per fare degli esempi, nel momento in cui sono stati contratti dei debiti legati all’Imu o all’Irpef. Tale provvedimento, invece, non può scattare nel momento in cui ci sono debiti con società private, come quelle relative alle utenze domestiche.
Il fermo al veicolo però non è immediato. C’è tutta una trafila, in tal senso, da seguire. L’Esattore, in tal senso, deve prima mandare una notifica di accertamento. Successivamente va notificata la cartella esattoriale. Se questo debito non viene pagato, l’esattore allora fa scattare il preavviso di fermo con 30 giorni di anticipo. Per evitare il fermo amministrativo si deve pagare questo debito, magari anche chiedendo una rateizzazione, o in alternativo dimostrare che l’auto è indispensabile per l’attività lavorativa o imprenditoriale. Andiamo a vedere cosa comporta però il fermo amministrativo.
La prima conseguenza di un fermo amministrativo, come è noto, è rappresentata dal divieto di circolare con quel veicolo. Nel caso in cui si dovesse utilizzare quella automobile, le conseguenze sono serie. Le sanzioni, in tal senso, vanno da 1.984 a 7.937 euro, fino ad arrivare alla confisca del mezzo. Inoltre, non è possibile esportare il veicolo all’estero. In aggiunta a ciò, non è possibile neanche rottamare il veicolo, a meno che questa non diventi un pericolo per gli altri e che non possa più circolare.
Il veicolo, inoltre, non si potrà radiare dal PRA e, in aggiunta a ciò, non può neanche essere smontata e non possono essere venduti i pezzi. L’obiettivo è quello di evitare che l’auto possa perdere di valore in virtù dell’eventuale pignoramento successivo ed una vendita all’asta. Ricorda che le cartelle esattoriale arrivate via PEC possono sempre essere contestate così.
Per annullare e bloccare il fermo amministrativo si deve o pagare il debito in questione, rateizzarlo o, in ultima istanza, presentare ricorso contro il fermo amministrativo nel momento in cui si ritiene che esso sia illegittimo.
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