Le ferie segnate in busta paga; come leggerla per capire quanti giorni sono, quanto sono pagate e in quanto tempo si accumulano.
Imparare a leggere la busta paga è un passo fondamentale per ogni lavoratore dipendente. Si tratta infatti del documento su cui sono riportate tutte le informazioni necessarie riguardanti il lavoro effettuato, e di conseguenza la remunerazione che si ottiene, le detrazioni effettuate per il pagamento delle tasse, così come gli eventuali arretrati spettanti.
Tra le voci presenti in busta paga c’è anche quella che riguarda le ferie; il meritato riposo dei lavoratori a cui hanno diritto e i cui giorni si accumulano in base alle ore lavorative. Non solo quando parliamo di ferie -ma anche di riposo settimanale- parliamo di un diritto dei lavoratori, ma la legge sottolinea anche che questo diritto deve essere retribuito e che i lavoratori non possono rinunciarci. Questo vuol dire che nel momento in cui sono maturate, le ferie devono essere godute; ma cosa succede se il lavoratore non lo fa? Le perde o il datore di lavoro le paga?
Cerchiamo di fare chiarezza sul tema partendo da come funziona l’accumulo stesso delle ferie e cosa dice la legge a riguardo.
Il diritto alle ferie e al riposo è garantito al lavoratore attraverso l’art. 36 della Costituzione, ma a definirne e disciplinarne il funzionamento è il Codice Civile. In particolare, il punto di riferimento è l’art. 2019 il quale stabilisce che: “(Il lavoratore) Ha anche diritto ad un periodo annuale di ferie retribuito, preferibilmente in continuativo, nel tempo che l’imprenditore stabilisce, tenuto conto delle esigenze dell’impresa e degli interessi del prestatore del lavoro. L’imprenditore deve preventivamente comunicare al prestatore del lavoro il periodo stabilito per il godimento delle ferie“.
Nel 2013 poi, il Decreto legislativo numero 66 è andato ulteriormente a definire il funzionamento di tale diritto, stabilendo che il lavoratore ha diritto ad un periodo annuale di ferie retribuite che non sia inferiore alle 4 settimane e che questo periodo non può essere sostituito dalla relativa indennità di ferie non godute. Alle ferie, quindi, non si può rinunciare per le legge.
Il loro accumulo è definito dal Contratto collettivo nazionale di riferimento che il lavoratore riceve nel momento in cui stabilisce il rapporto di lavoro. La maturazione delle ferie, in buona sostanza, cambia a seconda del tipo di contratto che si sottoscrive. Per capire come si calcolano le ferie bisogna sempre partire dalla data di assunzione e di firma del contratto; per un contratto CCNL che prevede 26 giorni di ferie all’anno, se si è assunti il 1° di marzo si avranno diritto e matureranno 21,6 giorni di ferie (26 giorni divisi 12 mesi dà 2,16 moltiplicato per 10 mesi di lavoro si arriva a 21,6).
Questi dati, con l’eventuale presenza di ferie residue, devono essere presenti in busta paga.
Anche queste devono essere segnate in busta paga, ovviamente, le ferie residue restano e non si azzerano. Se il lavoratore non usufruisce di questo diritto a lui non succede assolutamente nulla. È il datore di lavoro che riceve una sanzione amministrativa, in quanto le ferie accumulate devono essere sfruttate entro 18 mesi dalla loro maturazione.
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