Quando si ha un contratto in regola e si viene licenziati, si può richiedere la Naspi, l’indennità di disoccupazione. Come fare?
Tantissimi lavoratori, ovviamente con regolare contratto, stufi del proprio lavoro per molteplici cause, escogitano diversi trucchetti per farsi licenziare, percependo poi la Naspi, la vecchia indennità di disoccupazione. I lavoratori dipendenti possono ricevere la Naspi soltanto nel caso in cui vengano licenziati, e non quando sono proprio loro a presentare le dimissioni.
In caso di dimissioni volontarie, non è possibile fare richiesta di Naspi, per questo motivo, tante persone sfruttano degli escamotage pur di farsi licenziare dal proprio datore di lavoro. Uno dei trucchetti più sfruttati è quello di non presentarsi sul posto di lavoro, oppure di presentarsi ma senza fare nulla. In tal caso, si parla di “sciopero bianco”, che costringe l’azienda a prendere provvedimenti.
In pratica, molti lavoratori dipendenti provocano il proprio licenziamento, in modo tale da lasciare il lavoro e percepire l’indennità di disoccupazione. Scelta intelligente? Non possiamo giudicare, dipende da persona a persona e da caso a caso. A volte, i posti di lavoro possono essere un vero inferno, altre volte è il lavoratore che ha deciso di perseguire altri obiettivi. NASpI, non tutti possono riceverla: se vieni licenziato così evita di inoltrare la domanda.
Talvolta, invece, può capitare di desiderare una pausa dal lavoro, per riprendersi la propria vita, per tirare un temporaneo freno alla propria quotidianità. Insomma, le cause per un auto licenziamento possono essere tantissime. Comunque sia, il presupposto per poter richiedere la Naspi è quello di essere licenziati, quindi senza dare le proprie dimissioni.
La Naspi, che ha sostituto da qualche anno la vecchia Indennità di Disoccupazione, spetta a tutti i lavoratori dipendenti che hanno perduto il lavoro involontariamente. Per la richiesta di Naspi può rientrare anche la dimissione per giusta causa, ossia quando il lavoratore si licenzia a seguito di una grave violazione da parte del datore di lavoro. Il mio contratto sta per scadere, potrà avere la NASPI dopo?.
Questa casistica è molto ampia, e comprende casi come: mancato pagamento dello stipendio, illeciti, mobbing sul lavoro, violenza carnali o psicologiche, ridimensionamento di ruolo e altre violazioni. In ogni caso, il dipendente ha diritto alla Naspi. I requisiti per fare domanda sono l’aver versato almeno 13 settimane di contributi all’INPS nei quattro anni precedenti.
Inoltre, la domanda si deve effettuare entro 68 giorni dalla cessazione del rapporto di lavoro. L’Indennità ammonta inizialmente al 75% dello stipendio mensile, per poi calare nel corso del tempo. La copertura della Naspi dipende dalle settimane di contribuzione e può raggiungere un massimo di due anni consecutivi. Ho lavorato solo per 30 giorni, posso richiedere la NASpI?. Ma come farsi licenziare?
Abbiamo parlato di “sciopero bianco”, si tratta di assenze volontarie e protratte, senza avvertire il datore e senza giustificazione. Di solito si parla di sciopero bianco superati i dieci giorni consecutivi di assenza. Queste sono considerate dimissione tacite. Se il lavoratore scompare, il datore non può fare altro che licenziare. Molte aziende, però, non vogliono licenziare in questo modo.
Il motivo è semplice, perché in tal caso, le aziende devono versare all’INPS il ticket Naspi, una tassa sul licenziamento che serve a finanziare la stessa Naspi al dipendente che ha perso il lavoro. Tuttavia, in molti casi non si può fare altrimenti. L’importo massimo della Naspi è di 1.550,42 euro al mese. Percepisco la NASpI, ma ogni mese mi tolgono un contributo sindacale: come lo elimino.
Per far fronte alle assenze ingiustificate, in Parlamento si sta discutendo una legge secondo la quale un lavoratore assente ingiustificato perderebbe il diritto di percepire la Naspi, dando quindi un’arma di difesa in più all’azienda. Naspi 2024, spetta un bonus a tantissimi disoccupati: scopri se rientri.
Anche quando un lavoratore si presenta sul posto di lavoro ma non svolge alcuna mansione si parla di sciopero bianco, e ciò costringe l’azienda al licenziamento. In questo caso, però, il datore può licenziare con la scusa di scarsa produttività. Il lavoratore, a sua volta, può contestarlo, difendendosi. Tuttavia, se l’inadempimento del lavoratore è grave, l’azienda lo può citare per danno.
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