Evasione fiscale, e il governo vara a contrasto la nuova misura del concordato: vediamo insieme di cosa si tratta e come funziona
Una delle piaghe del nostro paese è l’evasione fiscale che da sempre interessa molti contribuenti. Si calcola che valga in totale circa 83,6 miliardi di euro. Il reato si concretizza quando i cittadini mettono in atto tutta una serie di comportamenti che violano la legge non pagando i tributi dovuti. L’esempio tipico che ognuno di noi ha sperimentato è la non emissione dello scontrino fiscale a fronte della somministrazione di un servizio o della vendita di un prodotto.
Il governo al fine di contrastare tale situazione ha approvato recentemente in Consiglio dei Ministri nuove norme relativamente al versamento delle tasse dei contribuenti, nella fattispecie dei lavoratori autonomi con partita IVA. La novità riguarda l’introduzione del concordato preventivo dei tributi.
Il concordato preventivo dei tributi
E’ rivolto ai lavoratori autonomi con partita IVA e in pratica si riferisce alla possibilità per la quale l‘Agenzia delle Entrate propone prima la cifra di tasse da pagare nei successivi due anni, in base al reddito dichiarato negli anni precedenti. Si tratta quindi di effettuare il controllo di quanto dovrà il contribuente in anticipo e non dopo.
E’ chiara la ratio alla base del nuovo provvedimento che mira a ridurre l’evasione fiscale cambiando paradigma, vale a dire semplificando il più possibile il sistema fiscale del nostro paese. In questo modo si cerca di innescare il meccanismo secondo il quale il contribuente sia incentivato a dichiarare il reddito reale con l’introduzione di queste nuove norme.
L’efficacia
Il nuovo strumento creato è sicuramente innovativo, ma non si hanno stime certe della sua efficacia. L’intenzione del governo è quella di andare a contrasto del trend evasivo più consistente, rappresentato proprio dal settore delle partite IVA, con un’evasione accertata dalla relazione annuale del Ministero dell’Economia del 69,7%.
L’effettiva efficacia dell’anticipazione dei controlli fiscali è ancora tutta da dimostrare, e molte sono le perplessità rispetto al margine di riduzione dell’evasione da aspettarsi realmente. Una specifica che fa discutere, inserita su incentivo del Parlamento, è l’ estensione del concordato alle partite IVA con valore ISA inferiore ad 8, vale a dire quelli inaffidabili dal punto di vista dell’indice sintetico e con un più alto rischio di evasione.
Si allarga dunque la platea dei contribuenti che potranno beneficiare del nuovo strumento, per un totale di 4,2 milioni di lavoratori autonomi, compresi quelli a regime forfettario. Questi potranno aderire ad una formula sperimentale che prevede l’anticipo di controllo di un anno, in attesa di adeguamento ai due previsti per tutti gli altri. Si attende, come ci spiega il Sole 24 Ore, la presentazione delle proposte di concordato da parte dell’Agenzia delle Entrate intorno al 15 giugno e la configurazione di un software dedicato. L’adesione deve essere effettuata entro il 15 ottobre, mentre i pagamenti relativi al 2024 saranno da fare il 30 novembre. La misura va a compensare le minor entrate dovute all’abbassamento dell’aliquota IRPEF.