Eredità e figlio fuori dal matrimonio: cosa succede in questo caso con le quote da spartire. Cosa dice la legge italiana in merito
La morte di un familiare non è mai un momento facile da affrontare ma quando c’è di mezzo l’eredità, e pure cospicua, oltre al dolore possono subentrare dinamiche che creano screzi e frizioni in famiglia fino a rovinare i rapporti, anche nei nuclei più uniti. L’unico modo per non creare scontri è il testamento, documento che raccoglie le volontà del defunto davanti a testimoni e notaio, prassi ancora poco usata nel nostro Paese e che dunque apre vicissitudini varie.
In sua assenza, l’eredità viene ripartita secondo le linee guida stabilite dalla legge facendo riferimento al Codice Civile e alle varie sentenze della Corte di Cassazione, che, nel tempo, ha tentato di risolvere le diverse controversie nate. Ma cosa accade se un padre ha un figlio fuori dal matrimonio? Vediamo tutti i dettagli.
Eredità e figlio fuori dal matrimonio: cos’è che conta
Come dicevamo, quando si tratta di eredità, è possibile che accadano situazioni spiacevoli per tutta la famiglia. Quando però c’è un testamento le cose sono sicuramente più facili ma non è detto che questo, nonostante sia un documento legale a tutti gli effetti, non possa essere smentito.
Se, infatti, un padre esclude un figlio riconosciuto dal testamento non significa che questo non abbia diritto all’eredità. In questo caso, infatti, subentra la legge italiana che stabilisce una precisa linea da seguire. Che si tratta di un figlio nato fuori dal matrimonio o un figlio nato da un secondo matrimonio o casi simili, se questi sono regolarmente riconosciuti dal padre, anche se non citati dal testamento, possono mostrare le loro ragioni di rivalsa.
La legittimità dei figli secondo la legge italiana
La legge italiana stabilisce, infatti, che un figlio legittimo non può essere escluso dall’eredità neanche davanti ad un testamento. Se, infatti, dopo la morte del padre, in fase di lettura del testamento si viene a conoscenza che uno dei figli è stato escluso, questi può impugnare la causa e chiedere davanti ad un tribunale che la sua parte legittima nell’eredità gli sia riconosciuta.
In questo caso è legittimo chiedere, infatti, la quota di eredità che spetta ad ogni figlio riconosciuto appellandosi all’articolo 549 del Codice Civile che tutela il diritto dei legittimari e spiega chiaramente come un genitore non può dare imposizioni o diversi pesi di misura sulle quote che vanno ai legittimari. La cosa importante, dunque, non è essere nati o meno all’interno del matrimonio ma essere riconosciuti come figli legittimi per poter mostrare la propria legittimità nei confronti dell’eredità.