Eredità e testamento: come va scritto per evitare di commetter errori che ne decretano la nullità. Tre principi da seguire
Fare testamento è una scelta ed un atto molto significativo, importante per chi lo redige ma anche per chi, poi, ne sarà il destinatario. A volte, infatti, dopo la morte di una persona cara, in assenza di testamento, si possono creare complicazioni ma anche malintesi e screzi tra componenti della stessa famiglia per la divisione dell’eredità.
Per fare in modo, dunque, che il testamento sia valido e che dunque le volontà del sottoscrivente vengano rispettate, è necessario che non vengano commessi errori. Per questo motivo, in queta guida, cercheremo di fornire le info necessarie per fare in modo che il testamento venga fatto senza errori e che quindi possa esprimere in modo fedele le volontà di chi lo scrive.
Partiamo subito specificando che il testamento olografo, secondo il Codice civile, è quello che viene redatto in forma privata dal testatore e viene scritto a mano. Mentre si parla di testamento pubblico quello che viene scritto tramite l’intervento di un notaio.
In questa sde ci concentriamo sul primo caso, quello che permette ad ogni cittadino capace di intendere e di volere di scrivere le sue ultime volontà. Ci sono, in questa specifica occasione, tre criteri formali ed essenziali, stabiliti dalla legge, che il testatore deve rispettare per fare in modo che il testamento sia valido e che non si creino tensioni e contrasti nel momento in cui questo viene letto.
Secondo il nostro ordinamento un testamento olografo deve essere scritto a mano dal testatore stesso. È il principio fondamentale per la sua validità come viene specificato nel Codice civile in quanto ne garantisce autenticità e l’impossibilità a creare alterazioni. È quindi indispensabile scrivere con la grafia che si usa nella vita di tutti i giorni, cercando di scrivere in modo chiaro e leggibile. L’aggiunta, poi, di planimetrie e altri allegati non ne pregiudica l’autenticità.
Altro elemento che non può mai mancare è la firma. Il testatore deve firmare alla fine della scrittura delle sue volontà e disposizioni per dare conferma dell’autenticità del documento. Se non dovesse esserci lo spazio necessario, come ha stabilito la Suprema Corte, la firma può essere apposta anche a margine. Se il documento prevede più pagine, è bene firmare su ognuna di essa per evitare contestazioni nel momento della lettura. La firma (anche con lo pseudonimo è valida) consente di associare in modo inequivocabile il documento al testatore
Terzo e ultimo elemento indispensabile per un testamento è la data. Questa deve essere scritta a mano dallo scrivente, sia all’inizio che alla fine del documento, in maniera completa con giorno, mese e anno. Sono ammesse forme diverse come “Il giorno di Natale 2023” ma non una data aggiunta da un’altra persona. Un gesto di questo tipo ne può annullare anche la validità.
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