Cartelle esattoriali ereditate dal defunto: chi paga anche gli interessi? La risposta lascerà perplessi non ci sono molte alternative.
Quando un proprio caro passa a miglior vita, il primo pensiero di certo non riguarda cosa succederà dopo e tutte le pratiche che si dovranno affrontare per l’eredità. Il primo pensiero è per chi non c’è più, con i ricordi che riaffiorano tutti insieme e la tristezza che accompagna chi è rimasto. Non bastano le pratiche burocratiche obbligatorie a cui far fronte il giorno stesso del decesso, medico legale e addetto alle pompe funebri faranno la loro comparsa per forza di cose. Passati i giorni più difficili, poi, ci sarà da pensare ad altre pratiche, tutte molto costose, e si dovrà fare i conti con ciò che ha lasciato in eredità il defunto.
Con o senza testamento, ci sono delle regole precise da seguire e nel nostro caso ci occuperemo di spiegare cosa succede alle cartelle esattoriali ereditate con relativi interessi. Chi si occupa di pagare ciò che il defunto non è riuscito ad onorare prima della sua dipartita? La prima risposta che viene in mente riguarda gli eredi, ma non sempre è così. O meglio, la legge spiega cosa succederà e cosa non potrà succedere in base alle scelte dei familiari.
Cartelle esattoriali ereditate e interessi: chi le paga? La legge non lascia dubbi
Iniziamo col dire che gli eredi non sono obbligati a pagare le multe lasciate dal defunto, quindi se anche fossero state notificate tramite cartella esattoriale, nulla è dovuto allo Stato. Sia il Codice della Strada che il decreto legislativo n. 472 del 1997 spiegano in modo inequivocabile che l’obbligo di pagamento delle sanzioni amministrative non è trasferibile agli eredi. Ma cosa succede per le cartelle esattoriali che riguardano tasse non pagate? Gli eredi dovranno occuparsene loro di pagarle con relativi interessi, a meno che non rinuncino all’eredità, che vuol dire sì rinunciare ai debiti del defunto ma anche ai suoi beni.
Come evitare di ereditare le cartelle esattoriali del defunto
Scegliere di rinunciare all’eredità è il primo metodo per evitare di farsi carico dei debiti del defunto. La rinuncia deve essere formalizzata per legge entro 3 mesi dal decesso e della condizione di erede se si è già in possesso dei beni ereditari, oppure entro 10 anni dal decesso se non si è ancora entrati in possesso dei beni. Esiste un’alternativa: l’accettazione dell’eredità con beneficio di inventario, che consente di mantenere separati i beni personali da quelli ereditati.
Per usufruire di questa opzione, è necessario presentare una dichiarazione formale entro 3 mesi dalla notifica della successione e prendere una decisione definitiva entro i 40 giorni successivi. In sostanza questa procedura permette agli eredi di pagare le cartelle esattoriali del defunto, con relativi interessi, ma senza andare a toccare i propri beni, utilizzando invece il lascito del defunto.