Il panorama politico viene agitato in questi giorni da una legge che secondo molti mette in pericolo giornalisti e cittadini comuni.
Il 4 gennaio 2024 si è tenuta la consueta conferenza di fine anno del Presidente del Consiglio italiano, tenuta per la seconda volta da Giorgia Meloni. Quest’anno l’evento è stato caratterizzato però da un’assenza significativa, quella dei rappresentanti della Federazione Nazionale della Stampa Italiana (Fnsi). I giornalisti in questione hanno deciso di disertare la conferenza per la prima volta da quando è stata istituita e il motivo è la protesta contro l’ormai ampiamente nota e dibattuta “Legge Bavaglio”.
Il provvedimento in questione, conosciuto anche con il nome di “Emendamento Costa”, dal nome del politico Enrico Costa di Azione che l’ha proposta, è stato recentemente approvato dalla Camera dei Deputati come parte di una legge di delegazione europea. La definizione “Legge Bavaglio”, però, rende subito chiaro il perché questa norma non piaccia a molti esperti del settore: secondo alcuni limita fortemente la libertà di espressione e il diritto di cronaca, mentre per i più pessimisti è il primo passo verso una deriva autoritaria del sistema italiano.
Una legge che preoccupa ed evoca scenari particolarmente oscuri
L’Emendamento Costa introduce un divieto significativo, quello di pubblicare, sia integralmente che per estratto, i testi delle ordinanze di custodia cautelare fino alla conclusione delle indagini preliminari. Questa misura ha immediatamente sollevato preoccupazioni tra diversi partiti politici, soprattutto quelli di opposizione, ma anche in molte organizzazioni giornalistiche.
Il fulcro del dibattito si concentra sulla libertà di stampa e sui diritti civili. Partiti come Verdi e Sinistra Italiana, così come il Movimento 5 Stelle, hanno espresso un forte dissenso, descrivendo l’emendamento come un attacco alla trasparenza e all’informazione pubblica. In particolare, si teme che questa norma possa servire a proteggere interessi particolari e a nascondere informazioni cruciali dal pubblico, contrastando così i principi di una società democratica aperta.
Limitare l’accesso alle informazioni su procedure giudiziarie importanti, come le ordinanze di custodia cautelare, può non solo oscurare la comprensione pubblica di questioni giuridiche rilevanti, ma anche minare la fiducia nella trasparenza del sistema giudiziario. Inoltre, questa restrizione potrebbe alimentare una cultura di segretezza che è in netto contrasto con i valori democratici di apertura e responsabilità.
La Federazione Nazionale della Stampa Italiana (Fnsi) ha particolarmente criticato l’emendamento, sottolineando i rischi che comporta per la libertà di stampa e per i diritti individuali. La Fnsi ha anche annunciato piani per mobilitarsi contro questa legislazione, enfatizzando la sua potenziale violazione dell’articolo 21 della Costituzione Italiana.
Per il momento, l’emendamento è quindi sostenuta dalla maggioranza al completo e da una parte dell’opposizione: Azione, il partito che l’ha proposto, e Italia Viva, l’altro partito centrista del parlamento. Totalmente contrari Partito Democratico, Movimento 5 Stelle e gli altri partiti di sinistra.