Economia europea, quali le prospettive per il futuro secondo Christine Lagarde, presidente della Banca centrale europea (BCE).
I mesi scorsi sono stati particolarmente difficili per l’economia continentale, con un forte rallentamento del PIL europeo. Gli effetti della crisi internazionale scaturita dopo i tragici fatti del 7 ottobre 2023 si sono fatti sentire, in un anno già complicato per l’economia dei Paesi dell’area euro. Nel corso del 2022 l’espansione è stata più forte, nonostante l’alta inflazione registrata in tutta Europa.
Ma quali sono le prospettive per i prossimi mesi? Le incertezze internazionali non mancano soprattutto per le tensioni nel Medio Oriente e i rallentamenti nei traffici marittimi nel Mar rosso, da un lato, e per la continuazione del conflitto in Ucraina e il timore di un suo allargamento, dall’altro. Eppure non mancano segnali positivi.
Come riportato da tg24.sky.it, Christine Lagarde, presidente della Banca centrale, nel suo intervento alla Plenaria dell’Eurocamera del 26 febbraio, ha individuato alcuni motivi di ottimismo per i prossimi mesi. La politica francese ha evidenziato alcuni segnali di inversione di marcia, con alcuni indicatori orientati verso al ripresa nell’anno in corso.
Per Lagarde, dopo gli schock economici continui con un’inflazione molto alta determinata anche dalla ripresa successiva alla pandemia, i segnali sono incoraggianti. Dopo il picco dell’inflazione al 10,6 per cento dell’ottobre 2022, i prezzi sono rallentati in modo significativo. Determinanti le scelte politiche con l’eliminazione degli schock energetici e delle oscillazioni dell’offerta.
Il mercato del lavoro è rimasto saldo, secondo il giudizio del presidente della Banca centrale europea. Il tasso di disoccupazione ha toccato il 6,4 per cento nel mese di dicembre, segnando così un minimo storico. La domanda di lavoro è rimasta forte anche se di recente con qualche segnale di indelimento. Dunque per il 2024 non mancano le indicazioni per una ripresa economica per tutta l’area dei Paesi euro, dopo un 2023 caratterizzato dalla debolezza economica.
Obiettivo della Banca centrale europea resta il contenimento dell’inflazione, con una politica prudente sul fronte dei tassi di interesse. Nonostante l’attesa per prestiti e mutui meno onerosi sia molto forte in tutta Europa e in particolare in Italia. Attenzione anche le dinamiche salariali, con rischio di ripresa dell’inflazione legata agli aumenti degli stipendi nell’area euro.
Quindi si prospettano segnali positivi per l’economia del continente, ma una al tempo stesso un atteggiamento prudente verso tassi di interesse e politiche salariali. Tuttavia in paesi come l’Italia il carovita continua a erodere gli aumenti salariali, con rincari che limitano il potere d’acquisto di famiglie e lavoratori.
Un solo dato nel 2023 l’inflazione media in Italia è stata del 5,7 per cento. Ma le retribuzioni, secondo quanto riportato dall’ISTAT, sono cresciute solo del 3,1 per cento annuo, con una perdita reale del potere d’acquisto delle famiglie.
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