Nel caso della successione, non per forza l’erede è tenuto ad accettarla. Ci sono casi in cui viene rifiutata: scopriamo quali e cosa prevede la normativa.
Perdere una persona a noi cara è un duro colpo, uno degli eventi più difficili in assoluto da affrontare. Quando questo accade, oltre a elaborare il dolore, è fondamentale anche occuparsi di aspetti pratici, come per esempio la successione. Quest’ultima rappresenta un istituto tramite il quale altri i soggetti subentrano nella proprietà del patrimonio del titolare deceduto: malgrado la successione comporti degli onori, bisogna tenere anche conto degli eventuali oneri può portare con sé. Pertanto, non mancano casi in cui i soggetti titolari della successione la rifiutano, in quanto non conveniente. Scopriamo cosa accade quando un erede non accetta la successione.
Essere erede non significa solo accedere a un patrimonio fatto di beni, ma non mancano casi in cui si ereditano anche debiti. Inoltre, bisogna tenere ben a mente come ereditare per esempio un immobile possa cambiare il proprio quadro reddituale portandoci per esempio, se disponiamo già di un’altra dimora, a una tassazione ulteriore.
Per tirarsi fuori da tutto questo, c’è la possibilità di non accettare l’eredità: per farlo non serve altro che una dichiarazione formale da depositare presso la cancelleria del Tribunale. Questa eventualità conviene, in particolare, nel momento in cui i crediti sono inferiori ai debiti (scopri se l’eredità senza testamento è valida).
Una situazione comune è quella degli eredi che non sono d’accordo in merito alla successione. Ma in questo caso non si ci sono particolari problemi visto che ogni erede è a se stante e può rifiutare la sua quota, tirandosi indietro e rinunciando mediante una dichiarazione forma, entro un termine previsto dalla legge. Quando si rinuncia all’eredità è come se non si fosse stati chiamati in causa perdendo di conseguenza lo stato di erede come previsto dall’articolo 521 del Codice civile (scopri come sono le quote ereditarie se non è presente un testamento).
All’articolo 480 del Codice civile vengono previste le tempistiche: è necessario rinunciare all’eredità entro 10 anni. Ci sono casi in cui non si può rinunciare all’eredità, come per esempio se chi eredita ha sottratto beni compresi nell’eredità stessa, oppure se è stato realizzato l’inventario e non si fa la rinuncia entro 40 giorni.
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