Tutti ricordiamo quanto costava il gelato un tempo. Tutti restiamo sorpresi quando in gelateria ci presentano il conto in cassa per un cono o una coppetta. Ma perché quest’impennata dei prezzi?
Il gelato sembra essere un piacere diventato un lusso al giorno d’oggi. Rispetto agli anni passati, nel 2024 sembra aver raggiunto il culmine di un’impennata di prezzo senza precedenti: fino a poco tempo fa non avremmo mai immaginato di sentire l’importo che oggi ci viene presentato in casa per aver preso solamente un cono o una coppetta con il numero minimo di gusti. Ma a cosa è dovuta questa esagerazione?
Simbolo dell’estate per eccellenza e piacere insostituibile, il gelato è parte integrante della routine estiva per un italiano. Peccato che stia diventando un bene quasi di lusso, accessibile a poche tasche o da concedersi con parsimonia. Il Centro di formazione e ricerca sui consumi si è basato sui dati dell’osservatorio Mimit per attribuire una spiegazione a questo fenomeno: ha rilevato un aumento del 29,6% del costo di una vaschetta da 1 kg dal 2021 al 2024.
Gelato, perché i prezzi stanno salendo alle stelle
Negli ultimi tempi, le città italiane hanno mostrato una variazione significativa dei prezzi del gelato. Questo ha contribuito a far crescere un sentimento di disappunto tra le persone desiderose di concedersi il piacere di un dolce fresco per affrontare le temperature torride (se sei un amante del gelato, non puoi non tentare la sorte proponendoti come assaggiatore per un brand famosissimo: guadagni 1000€ in un giorno). Stando a quanto emerge dall’analisi, le città più care sono Forlì (con un aumento di 8,28 €/kg), Firenze (+7,79 €/kg), Bolzano (+7,39 €/kg), Ancona (+7,13 €/kg), Milano (+7,08 €/kg).
Al contrario, le città più economiche sono Cuneo (con un aumento di soli 4,21 €/kg), Arezzo (+4,59 €/kg), Siena e Padova (+4,60 €/kg). Ma per quale motivo si sono registrate queste variazioni? La causa scatenante è stato l’incremento del costo delle materie prime per produrlo, quali cacao e zucchero, nonché la crescente domanda del prodotto dovuta tanto alla popolazione locale quanto a quella turistica. Infatti, per l’estate 2024 si prevede un aumento dei consumi del 6% su tutto il territorio nazionale, con picchi da 12% nelle più grandi città.