Debiti non pagati: c’è un periodo di scadenza? Se sì, dopo quanto si attiva? Tutte le info utili su chi deve restituire dei soldi
Il tema dei debiti accomuna, purtroppo, tante persone nel nostro Paese. Una situazione che spesso sfugge di mano e che non si riesce a gestire più in modo controllato e così il credito da rimborsare aumenta o resta lì, senza che la somma sia versata nei confronti del creditore.
È proprio per questo motivo che chi ha dei debiti ancora da saldare deve capire se questi hanno una scadenza e se sì dopo quanto tempo questa arriva. La legge italiana prevede una prescrizione per i debiti che decorre dopo un preciso lasso di tempo dal termine della firma del contratto. Vediamo tutti i dettagli del caso e come muoversi.
Debito con la banca non pagato? C’è da sapere che questo scade dopo 10 anni dal termine del contratto e così il debitore non è più tenuto a rimborsare il credito. È quanto previsto dalla legge italiana che manda in prescrizione i debiti non pagati trascorsi 10 anni dallo scadere del contratto.
Ecco allora che la soluzione per non pagare potrebbe essere subito trovata: sperare nella prescrizione del debito per liberarsene completamente. Vero ma solo in parte in quanto sempre secondo la legge la banca non è tenuta a rispettare il periodo di prescrizione che può essere interrotto in qualsiasi momento.
Lo stabilisce l’articolo 2943 del Codice Civile che sottolinea come tramite una notifica di pagamento l’istituto può recriminare i soldi che gli spettano e così il periodo di prescrizione viene interrotto. Ci sono, infatti, molti metodi oggi che si possono usare per attivare le azioni di recupero crediti. Cosa accade allora in questi casi e quali sono le conseguenze per il cittadino che non ha pagato i debiti?
I rischi di non pagare i debiti ci sono anche se tra questi, per la legge italiana, non compare, quello di finire in carcere perché nel nostro Paese essere debitore non costituisce reato. Questo non esclude che per la persona ci siano ripercussioni: la più grave è quella del pignoramento dei beni che viene adottato solo quando ci sono dei debiti di natura privata. In questo caso si possono vincolare delle somme o dei beni posseduti dal debitore per colmare la somma che si deve restituire. Ci sono però delle eccezioni che riguiardano sia alcuni conti correnti ma anche le pensioni, soprattutto se sono basse. Solo chi è nullatenente può “sfuggire” al pignoramento.
Altra conseguenza da non sottovalutare è la segnalazione alla CRIF come cattivo pagatore, una situazione che pone un neo nella reputazione creditizia che può inficiare la concessione di un finanziamento o l’accesso ad un prestito. La segnalazione, misura che tutela le banche e gli istituiti di credito, rimane attiva da 12 a 36 mesi, per poi cancellarsi in automatico rendendo possibile la richiesta di nuovi prestiti.
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