Chi ha una ditta individuale può pagare meno tasse: ecco la strada da seguire per assolvere gli obblighi ma senza stangate
Le tasse rendono difficile la vita degli italiani, si sa. In Italia esiste uno dei regimi fiscali più asfissianti d’Europa che non fa dormire sonni tranquilli a chi ha una ditta, anche se individuale e né tantomeno i liberi professionisti. I lavoratori dipendenti, anche se leggermente più tutelati, non sono immuni dal pagamento delle tasse.
È un obbligo di legge dal quale i cittadini non possono svincolarsi, ma come fare a pagarne di meno? Ci sono una serie di strade che si possono seguire che aiutano a risparmiare su questo fronte. Vediamo cosa può fare chi ha una ditta individuale.
Per gli imprenditori che hanno una ditta individuale è possibile pagare meno tasse se, in accordo con il proprio commercialista o consulente, si sceglie un preciso regime fiscale. Si può effettuare, inoltre, una pianificazione fiscale che aiuta a risparmiare usufruendo di quelli che sono i benefici e le opportunità di sgravio che la legge prevede.
La prima cosa da guardare è il patrimonio sul quale è bene effettuare una protezione per essere coperti per ogni tipo di imprevisto anche se la prima osservazione da fare deve nascere in seno alla costituzione delle società. Che determinazione scegliere?
C’è da fare, poi, anche una pianificazione delle attività perché anche se piccola, tanto da essere individuale, è necessario avere sotto controllo tutte le spese, sia quelle ordinarie che straordinarie, anche quelle che derivano da trasferte e viaggi.
Per la costituzione della società è sempre bene, per una ditta individuale, optare una S.r.l ovvero una società a responsabilità limitata in quanto ha una struttura più flessibile, il capitale non prevede la divisione in azioni ed il capitale sociale minimo da versare per la fondazione è di soli 10 mila euro.
C’è da sapere, poi, che molte spese possono essere detratte. Tra queste rientrano, ad esempio, le indennità di trasferta che sono del tutto deducibili sul reddito fino ad un massimo di 46,48 euro al giorno per gli spostamenti in Italia mentre per l’estero la cifra aumenta a 77,64. Ci sono poi anche i buoni pasto che spesso nelle ditte piccole non vengono utilizzati. Anche le spese per l’acquisto dei ticket per sé, nel caso di un lavoratore autonomo, o per i dipendenti, possono essere sgravati dalla tasse sul reddito per il 75% del loro costo fino al 2% del fatturato annuo.
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