Quando viene alterato il binomio disabili ed assegno di inclusione? Strano ma vero, vi sono dei casi in cui i cittadini appartenenti a tali categorie non ricevono l’ADI.
L’assegno di inclusione è il sussidio che lo Stato riconosce a partire dal 2024 e che parzialmente ha sostituito il vecchio reddito di cittadinanza. L’avverbio è d’obbligo perché non è detto che tutte le persone che abbiano ricevuto la RdC siano idonei per ricevere anche l’ADI. L’assegno di inclusione poggia su requisiti più specifici ed ulteriori rispetto al precedente sussidio.
Per questo motivo a volte si può creare un tantino di confusione. Quello che però ormai è noto è che l’ADI, riconosce l’elargizione a cadenza mensile a tutti quei cittadini in possesso di determinati requisiti o meglio, i nuclei familiari dove all’interno vi siano soggetti minori, over 65 oppure persone affette da disabilità. Cioè insomma tutte quelle categorie che comprovano oggettivamente la difficoltà ed in alcuni casi proprio l’impossibilità nel poter essere inseriti nel mondo del lavoro.
Quando detto sinora però ha delle eccezioni, cioè si possono verificare dei casi in cui i soggetti che teoricamente sono da considerarsi idonei per il conseguimento dell’assegno di inclusione, ne rimangono esclusi. Si fa riferimento ai disabili, una categoria da proteggere ma che in alcuni casi non hanno diritto all’assegno di inclusione.
Per evitare di creare allarmismi inutili è giusto fare chiarezza. I disabili non hanno diritto all’ADI se non rispettano anche una sola di alcune condizioni indispensabili. Necessario essere cittadini dell’Unione Europea o un familiare titolare del diritto di soggiorno o diritto di soggiorno permanente ovvero cittadino di paesi terzi in possesso del permesso di soggiorno UE.
Inoltre, quando si presenta la domanda occorre essere residente in Italia per almeno 5 anni di cui gli ultimi due anni in maniera continuativa. Questo è un requisito che ha destato comunque nell’esperienza di questi mesi non pochi dubbi.
Il requisito dei cinque anni di residenza è esteso a tutti i componenti del nucleo familiare conteggiati nella scala di equivalenza, ossia i parametri per definire l’ammontare mensile dell’assegno di inclusione. Importante altresì i requisiti economici, che si traduce in un ISEE non superiore nel 9.360 euro ed un valore del reddito familiare inferiore ad una soglia di €6.000, moltiplicato in base appunto alle scale di equivalenza.
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