In arrivo il diritto alla riparazione di elettrodomestici e smartphone, facciamo una breve panoramica sul tema.
Un tema sul quale spesso si dibatte è quello dell’obsolescenza dei dispositivi elettronici, in particolare smartphone. Ma questo è solo un aspetto di un problema più grande connesso alla durata e alla riparabilità di molti degli apparecchi elettronici che ci circondano. Tutti i consumatori hanno un’esperienza diretta nella difficile ricerca di un pezzo di ricambio per la lavatrice o nell’impossibilità di riparare il televisore.
Questa difficoltà a riparare e mantenere funzionanti dispositivi elettronici viene presentato come il prezzo da pagare per la continua opportunità di avere apparecchi sempre nuovi e via via più sofisticati. Ma in realtà il prezzo salato è quello che si paga per comprare un nuovo elettrodomestico, perché la riparazione del precedente è impossibile, considerando che il pezzo di ricambio costa più dell’apparecchio stesso.
Diritto alla riparabilità, di che si tratta
Dal 30 luglio appena trascorso è entrata in vigore una Direttiva europea che sancisce il diritto del consumatore a riparare il proprio elettrodomestico o smartphone a prezzi ragionevoli e in tempi rapidi. L’obiettivo è limitare gli sprechi e i rifiuti elettronici altamente inquinanti.
Secondo le stime della Commissione europea gli europei spendono circa 12 miliardi di euro all’anno per ricomprare apparecchi rotti, producendo 35 milioni di tonnellate di rifiuti e 261 milioni di tonnellate di gas serra. La direttiva si applica a qualsiasi bene mobile materiale anche se comprende contenuti o servizi digitali. Quindi di va dallo smartphone al pc, dal frigorifero alla lavastoviglie.
Chi possiede questo prodotto ha il diritto di chiederne la riparazione al produttore, riparazione che dovrà essere garantita a un prezzo ragionevole, proposto prima che il cliente accetti di procedere con la riparazione. In alternativa al prezzo potrà essere fornito un costo massimo per la riparazione. Dalla comunicazione dei prezzi, dei tempi, della possibilità dei pezzi di ricambio, il cliente avrà 30 giorni per decidere, senza che l’offerta presentata possa cambiare.
I tempi di attesa per la riparazione dovranno essere rapidi e nel frattempo sarà possibile offrire al cliente un prodotto sostitutivo o un ricondizionato, se la riparazione è impossibile. Con la riparazione si avrà diritto alla garanzia di un anno. Novità anche per chi procede con le riparazioni in maniera autonoma. Chi fabbrica un bene non potrà impedire che sia riparato da altri.
Questo purché non sia messa in pericolo la proprietà intellettuale. Si potranno utilizzare per le riparazioni anche pezzi non originali e di altre marche. Inoltre ci sarà spazio anche per i pezzi prodotti con le stampanti in 3D. Nessuna di queste opzioni potrà portare al rifiuto della riparazione da parte del produttore ufficiale.
La Direttiva non entrerà immediatamente in vigore e tutti i Paesi, compresa l’Italia, avranno due anni di tempo per varare una legge che recepisca normative europee. Quindi se tutto andrà bene questa novità legge entro il luglio del 2026.