Ci sono dei casi che prevedono l’annullamento di un’assunzione a tempo indeterminato. Nonostante questa consapevolezza possa terrorizzare un dipendente, è un’ipotesi che può avverarsi.
L’assunzione a tempo indeterminato sul posto di lavoro può apparentemente rappresentare stabilità e certezza. In realtà, anch’essa può essere revocata, se si presentano le condizioni giuste. L’ente pubblico può assumere sia tramite colloquio diretto che tramite concorso e con il termine “stabilizzazione” si fa riferimento all’assunzione definitiva di una persona.
Spesso se ne occupa direttamente la Pubblica Amministrazione e gli interventi di stabilizzazione sono messi in atto a favore dei Lavoratori Socialmente Utili (LSU), ossia lavoratori precari che vivono una condizione di svantaggio nel mondo del lavoro (disoccupazione, mobilità, cassa integrazione ecc.). I lavoratori socialmente utili possono essere suddivisi in tre principali categorie: la platea storica finanziata con le risorse statali del Fondo Sociale Occupazione e Formazione, gli autofinanziati, sostenuti con risorse proprie degli enti presso cui si svolgono le attività (Comuni, Regioni ecc.), i percettori di sostegni al reddito, utilizzati dalle Pubbliche Amministrazioni nelle attività socialmente utili svolte a beneficio della collettività.
Dipendenti pubblici: il tempo indeterminato è davvero tale?
Queste particolari figure di lavoratori e gli interventi di stabilizzazione correlati hanno fatto sorgere dei dubbi. La Corte di Cassazione ha provveduto ad emanare un chiarimento, specificando che l’occupazione in lavori socialmente utili non integra un rapporto di lavoro subordinato. Significa che non si instaura un rapporto di lavoro bensì un rapporto che coinvolge più soggetti (l’amministrazione pubblica, il lavoratore e l’ente erogatore dell’assegno).
L’assenza di una copertura finanziaria così come di una corretta programmazione delle assunzioni costituiscono dei motivi validi per annullare il contratto di lavoro di stabilizzazione dei Lavoratori Socialmente Utili. Stando alla norma di riferimento (art. 33 del T.U.P.I.), tutte le amministrazioni hanno l’obbligo annuale di rilevare le eccedenze di personale e la copertura finanziaria per le nuove assunzioni: questo può comportare l’impossibilità di procedere con alcuna assunzione e il dirigente responsabile di un’amministrazione inadempiente può essere sottoposto a procedure disciplinari.
Nel settore pubblico, ogni assunzione deve poter essere sostenuta dalle adeguate risorse finanziarie: la normativa mira a garantire la sostenibilità economica delle assunzioni e ad evitare eccessi di spesa. Proprio per questo, la stabilizzazione dei contratti di lavoro degli LSU che hanno iniziato a lavorare può essere annullata, nonostante la presenza di un contratto a tempo indeterminato.