Dichiarazione dei redditi, andiamo a vedere come è possibile recuperare la ritenuta d’acconto: una guida con tutte le informazioni utili.
E’ iniziato, ormai, per tutti gli italiani quel periodo di forte ansia e di preoccupazione che capita ogni anno a ridosso della dichiarazione dei redditi. Si tratta, come è noto, di una fase molto delicata, dal momento che sono sempre tantissimi coloro che non sanno minimamente cosa aspettarsi in tema di tasse da pagare e contributi da versare. Chiaramente questo discorso vale certamente per i dipendenti, sia pubblici che privati, ma ancor di più per i professionisti e per coloro i quali sono sotto il regime della partita IVA.
Un tema davvero mai banale da affrontare è quello relativo alla ritenuta d’acconto. Andiamo a vedere prima che cos’è. Si tratta di uno strumento che è molto frequente nel lavoro occasionale, ma è possibile finché si resta nella cosiddetta “no tax area“. Il lavoratore autonomo, infatti, per stare in questa zona deve stare al di sotto della soglia di 5.500€. In pratica il committente del lavoro non versa tutto l’importo che gli spetta a chi lo ha svolto, ma trattiene un 20% che gira poi allo Stato. O per meglio dire all’Erario. Andiamo a vedere quando però è possibile recuperare questo 20% e come fare.
La soluzione della ritenuta d’acconto è molto frequente nelle prestazioni occasionali. Il committente, ricordiamo, dovrà poi versare la cifra del 20% trattenuta entro il 16 del mese successivo tramite F24, con il codice tributo 1040. Dal momento che chi paga non ha nessun interesse a nascondere le cifre, si tratta di una soluzione che serve anche ad eludere completamente l’evasione. Chiaramente è possibile recuperare questo 20% per il lavoratore. Basterà, infatti, inserire in sede di dichiarazione dei redditi il credito Irpef che è stato maturato nell’anno. Dove? All’interno del Quadro RX del modello Redditi PF.
Cosa fare di questo credito, poi, è una scelta del tutto personale. Si può, infatti, decidere di usarlo come rimborso oppure spenderlo per compensare delle imposte che saranno magari dovute allo Stato nella dichiarazione dei redditi successiva. Starà poi a te scegliere la soluzione, tra queste due, maggiormente adatta alle tue esigenze. A proposito della dichiarazione dei redditi, poi, è giusto tenere a mente sempre tutte le date.
La Corte di Cassazione ha stabilito che allo stato attuale delle cose è possibile recuperare questo credito di imposta per un lavoratore anche nel momento in cui manca la Certificazione Unica.
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