Per le lezioni private che si impartiscono agli studenti da parte di insegnanti c’è un obbligo da tenere in considerazione: ecco di che si tratta.
Molto spesso gli studenti, di vario ordine e grado, hanno bisogno di aiuti esterni rispetto al mondo della scuola. Molto spesso, infatti, per un docente seguire l’andamento, il rendimento e le esigenze di una intera classe non è semplice. Gli alunni sono tanti, così come sono tanti i metodi necessari per trasmettere determinati contenuti ed è differente anche la loro capacità di recepire quelle informazione e di farle proprie. Per questo motivo poi le famiglie, anche per andare incontro alle esigenze dei figli, si rivolgono ad insegnanti privati, che possono dedicare a loro tutte le attenzioni di cui sono capaci.
Si tratta di una pratica, per così dire, vecchia come il mondo e che torna sempre utile. Soprattutto in caso di difficoltà, in una materia o davanti a problemi più generalizzati relativi a più materie. Gli insegnanti privati, però, attenzione a questo aspetto, hanno vari obblighi da tenere in considerazione. A partire dal fatto che, per ovvie ragioni, non possono essere insegnanti di classe di quegli alunni, dal momento che non potrebbero essere oggettivi nelle valutazioni nel momento in cui da quelle famiglie percepiscono dei soldi. C’è, però, un altro obbligo a cui sono tenuti che non è altrettanto noto ma che è ugualmente importante.
Ripetizioni private, ecco un obbligo da considerare per gli insegnanti
Le lezioni private possono essere svolte sicuramente da insegnanti che esercitano questo ruolo già nella pubblica amministrazione, ma anche da studenti universitari. Non ci sono, infatti, dei vincoli specifici relativi ai titoli che devono possedere per poter dare ripetizioni. Come chiarito dall’Agenzia delle Entrate, su un tema come questo su cui non c’è mai sufficiente chiarezza, gli insegnanti che danno ripetizioni devono comunque avere la partita IVA. Anche se si tratta di impegni saltuari, si tratta comunque di redditi che vanno dichiarati.
Si tratta di un obbligo non di poco conto, dal momento che tutto ciò che non rientrerebbe in una dichiarazione dei redditi, pur rappresentando un reddito a tutti gli effetti, sarebbe considerata evasione fiscale. Per questo motivo è giusto sapere che tanto gli insegnanti che lavorano presso le scuole quanto i ragazzi che intendono guadagnare qualcosina è obbligatorio avere una partita IVA aperta. A proposito poi di dichiarazione dei redditi 2024, ecco la data entro la quale va presentata.
Partita IVA per lezioni private: quale regime fiscale scegliere
Le opzioni sono due. La prima è rappresentata dal comune regime forfettario che rappresenta una soluzione già di per sé agevolata e vantaggiosa. La seconda, però, è ancora migliore. Si tratta del regime speciale sulle lezioni private previsto dalla Legge di Bilancio 2019. L’imposta sostitutiva Irpef è fissata al 15% per i ricavi provenienti dall’attività di insegnante privato. per accedervi, però, occorre che sia un lavoro svolto in maniera continuativa, che si sia già assunti come insegnante nella scuola pubblica e che tali lezioni vengano impartite solo in Italia. Ecco ulteriori approfondimenti sulla partita IVA per lezioni private.