Con la nuova riforma del fisco, dopo 5 anni all’Agenzia dell’Entrate potranno essere riscosse solo le cartelle per debiti inesigibili, ma quali sono? Facciamo chiarezza e vediamo anche quali saranno cancellate.
Con la nuova riforma del Fisco sarà possibile pagare le cartelle esattoriali con una rateizzazione più lunga di quanto non si abbia ora, ma a destare polemiche e a far parlare di nuovo condono fiscale è quella parte della riforma per cui le cartelle inesigibili dopo 5 anni affidate all’Agenzia delle Entrate finiranno direttamente in prescrizione ovvero il debito verrà cancellato.
Ma quali sono le cartelle inesigibili? Essenzialmente sono quei debiti che l’Agenzia non è riuscita a recuperare. Se un cittadino ha un debito con l’Erario che non riesce o non vuole estinguere, questo si trasforma in cartella esattoriale che spesso termina con provvedimento come il pignoramento o l’ipoteca dei propri beni. In questo modo l’ente creditore ha la certezza di riuscire a recuperare il denaro. In alcuni casi però, i debiti sono considerati inesigibili appunto; ma con questo termine ci si riferisce a quei debiti che in maniera del tutto certa non potranno essere recuperati, pensiamo ad eventuali debiti di aziende fallite o a debitori defunti.
Se l’agente di riscossione non ha nulla da ipotecare o pignorare come si fa in questi casi? È per queste fattispecie che la riforma prevede la cancellazione del debito. Cerchiamo di capire nel dettaglio però quali sono i casi previsti dalla riforma.
La riforma del Fisco ha stabilito nel dettaglio quali saranno le cartelle inesigibili e quindi stralciate dopo 5 anni. Abbiamo già anticipato nel paragrafo precedente che due dei casi previsti sono di debiti contratti da aziende ormai fallite e debitori nel frattempo deceduti, ma ovviamente non sono solo questi le fattispecie inserite.
Secondo quando riportato dal nuovo decreto, le cartelle affidate all’Agenzia delle Entrate potranno essere stralciate se appartenenti a debitori nullatenenti, debiti troppo vecchi -l’ultimo stralcio o condono che dir si voglia ha riguardato debiti che avevano più di 8 anni- o da importo estremamente basso (pensiamo alle multe, ndr), l’ultimo dei casi previsti riguarda poi l’irreperibilità del debitore.
L’obiettivo dichiarato è quello di sfoltire il magazzino delle cartelle e cioè toglierle dal bilancio dell’Ente, nei fatti però si tratta di un stralcio di cartelle che riguarderà a conti fatti circa 1.200 miliardi di euro che andranno definitivamente persi.
L’ultima parte di questa sezione delle riforma prevede la realizzazione di una commissione apposita che avrà il compito di trovare le soluzioni migliori per ridurre il magazzino delle cartelle non riscosse.
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