Il vuoto normativo delle “ribelli” criptovalute colmato dalla Legge di Bilancio 2023. Tutto ciò che c’è da sapere su come vengono tassate.
Si torna a parlare in maniera prepotente delle criptovalute, anche se in fondo non se ne sono mai andate. Sempre sulla cresta dell’onda per quella caratteristica che ne rappresenta un po’ l’inferno un po’ il paradiso per gli investitori.
Si torna a parlare delle criptovalute soprattutto per il nuovo boom dei bitcoin e dei suoi simili. La crypto delle crypto è tornato a oltre 40000 dollari, che se non è record (a novembre del 2021 era arrivata addirittura a 68.000 dollari) è sicuramente più del doppio rispetto a quei 21mila dollari nell’anno della loro nascita, nel 2008.
Ribelli per il loro decentralismo, con una volatilità unica nel suo genere, le criptovalute – bitcoin ma non solo – sono sempre state in hype sin dalla loro nascita. Ora finalmente in Italia sono state inquadrate in norme ben precise.
Criptovalute e l’introduzione di una parola chiave: cripto-attività. Cosa cambia
Quel vuoto normativo in termini di tassazione, che la legge di bilancio del 2023 è andato finalmente a coprire, ora non c’è più. Proprio quella volatilità che fa salire e crollare una criptovalute, creando comunque plusvalenze e altri proventi realizzati mediante rimborso o cessione a titolo oneroso, permuta o detenzione di cripto attività d’imposta, doveva essere in una certa maniera essere regolarizzata.
Grazie, alla legge di bilancio del 2023 ora sappiamo che sono soggette a imposta sostitutiva, con un’aliquota stimata del 26%. Con la legge di bilancio sono state anche introdotte una franchigia da 2000€ sulle plusvalenze, la possibilità di rivalutare gli asset e anche delle sanzioni ridotte per chi non fosse in regola. Chi detiene coin e token, o più precisamente chi ha una cripto-attività (termine da non sottovalutare, coniato proprio con la legge di bilancio 2023 sulle criptovalute) deve dichiarare non solo tutto ciò che è in suo possesso, ma anche pagare le relative tasse.
Restano escluse dalla tassazione le imposte dovute alle plusvalenze teoriche, quindi non si dovrà pagare nulla almeno finché la cripto-attività non verrà convertita in fiat, è infatti è sufficiente la conversione per creare una fattispecie fiscalmente rilevante, anche se solo convertissimo un bitcoin in euro, lasciando tutto su Binance, sarà sicuramente un fatto tassabile. Ricordiamoci che la nuova legge di bilancio 2023 sulle criptovalute, anche se dovremo abituarci alla parola cripto-attività, ha valenza su tutti gli asset digitali che sfruttano la blockchain o tecnologie simili.