Farsi licenziare di proposito solo al fine di ottenere il sussidio di disoccupazione non è una cosa consentita: ecco che cosa si rischia.
Come è noto, il licenziamento rappresenta un duro colpo sotto tanti punti di vista per un lavoratore. Innanzitutto è una batosta in termini economici, ma anche dal punto di vista della tenuta mentale si tratta di un qualcosa di estremamente delicato. Non a caso in vigore ci sono delle leggi che prevedono che un lavoratore possa essere licenziato per giusta causa solo davanti a determinate situazioni in cui questo provvedimento si rende proprio necessario. E le maglie della legge in tal senso sono molto fitte ed ammettono poche eccezioni. Ma non è tutto.
Infatti, oltre a questo sistema di deterrenza, coloro che vengono licenziati per giusta causa o che si trovano senza lavoro perché l’azienda per cui lavoravano chiude hanno diritto anche ad un sussidio. Che va sotto il nome di Naspi e che rappresenta uno degli aiuti più importanti in senso assoluto garantiti in Italia. Di tanto in tanto, per i motivi più svariati, capita che delle persone possano cercare di essere licenziati per giusta causa di proposito per poi ottenere il sussidio di disoccupazione in questione. Andiamo a vedere quali sono le conseguenze di questo comportamento oggettivamente da condannare.
Farsi licenziare di proposito per la Naspi: cosa succede?
Come è noto, esiste la possibilità che un lavoratore possa essere licenziato se si assenta ripetutamente dal posto di lavoro senza alcun motivo e senza nessun certificato medico. Dunque, una condotta del genere porta al licenziamento. Storicamente in alcuni casi delle persone si sono rese protagoniste di assenze dal lavoro pilotate proprio per farsi licenziare ed ottenere il sussidio Naspi. Trattandosi di un atteggiamento elusivo, la legge non lo accetta ed anzi lo punisce in maniera molto dura.
Laddove venisse dimostrata l’intenzione di assentarsi dal posto di lavoro volontariamente ed in maniera pilotata, la persona in questione perderebbe il diritto a percepire la Naspi. Ma non solo. L’azienda potrebbe anche chiedere un risarcimento danni al lavoratore in questione pari al valore del ticket Naspi pagato fino al momento della sentenza. La base di tutto ciò è che il datore di lavoro potrebbe far passare il licenziamento in questione come dimissioni volontarie per l’atteggiamento del lavoratore. A proposito di Naspi, ecco le date utili per maggio 2024.
Licenziamento per giusta causa: quante assenze posso fare?
Il CCNL di ciascuna categoria va a specificare quante assenze ingiustificate posso fare al lavoro prima di incorrere in un licenziamento per giusta causa. In tal senso, dal momento che i rischi sono davvero elevati di una condotta elusiva come quella illustrata, si tratta di una pista completamente sconsigliata da battere.