Che cosa succede se ho un debito con l’Agenzia dell’Entrate ma sono nullatenente? Ecco che cosa prevede la legge in casi analoghi a questi.
In termini economici la situazione economica è disastrosa in Italia ma anche in ambito europeo. Il tasso di disoccupazione nel nostro Paese, pur restandoci dei passi in avanti, continua ad essere estremamente allarmante. Una fetta enorme di popolazione continua a restare ben al di sotto della soglia di povertà, dal momento che le entrate sono ridotte all’osso per interi nuclei familiari. In una situazione così delicata, si aggiunge una seconda questione. Anche per chi lavora, gli stipendi non sono più adatti a sostenere i costi della vita, riducendo in maniera allarmante il potere di acquisto.
Altri problemi estremamente attuali, poi, sono gli scarsi investimenti che vengono fatti e, di conseguenza, i pochi posti di lavoro creati. Così come il dinamismo nel mercato del lavoro è davvero minimo. Ciò vuol dire che se si perde un posto di lavoro, risulta essere estremamente difficile trovarne un altro. Ed addirittura impossibile cambiare ambito occupazionale. Si spiega con tutti questi aspetti messi insieme la crescita nel numero dei nullatenenti. Ma cosa succede se un nullatenente si trova a dover fare i conti con una situazione di debiti con l’Agenzia delle Entrate? Cosa gli può essere pignorato? Scopriamo realmente come stanno le cose.
La prima cosa da dire è che, a grandi linee, il creditore non può far nulla nei confronti di un nullatenente. Dal momento, infatti, che non è previsto nessun altro provvedimento in caso di debiti rispetto al pignoramento e visto che difficilmente l’Agenzia delle Entrate invia dei solleciti di pagamento ai nullatenenti, molto spesso si risolve tutto in un nulla di fatto. Presta però bene attenzione ad una cosa.
Le obbligazioni che ciascuno di noi matura riguarda certamente i beni presenti, ma anche quelli futuri. Questo vuol dire che, nel momento in cui uno esce dallo stato di nullatenente, il creditore può pignorare i suoi beni per recuperare parte del credito accumulato. Se, ovviamente, il mancato pagamento non va in prescrizione. Tieni sempre a mente che esiste una netta differenza tra una cartella esattoriale decaduta ed una prescritta. Andiamo a vedere quali sono i termini per la prescrizione.
Per tutti i contratti, le condanne e per mutui o finanziamenti la prescrizione scatta dopo 10 anni. Per pagamenti periodici come le utenze (le classiche bollette) la prescrizione scatta dopo 5 anni, così come le quote del condominio o i canoni di locazione. Per il bollo auto, invece, la prescrizione scatta dopo 3 anni.
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