Le modifiche recentemente introdotte consentono di sanare le verande abusive? Vediamo che cosa bisogna conoscere.
Quando si chiude un balcone incassato o un porticato, sfruttando le mura perimetrali, si aggiunge uno spazio alla casa. Tale superficie in più però aumenta la cubatura dell’immobile, creando un vero e proprio abuso edilizio. Abusi del genere non sempre sono perseguitati dalle autorità locali, ma emergono nella fase di compravendita dell’immobile.
In passato, alcuni lavori che prevedevano la chiusura di balconi e porticati, anche se abusivi, sono stati considerati sanabili con l’uso di determinate tipologie di verande. Ma le recenti modifiche in fatto di lavori edilizi in casa hanno allentato ulteriormente le limitazioni? Vediamo quello che occorre conoscere, se si vogliono effettuare lavori edili per chiudere balconi e terrazzi.
I lavori edili in casa possono avere due tipologie di comunicazioni e certificazioni. La prima è la CILA, cioè la comunicazione di inizio di lavori edili riguardante interventi di manutenzione leggere che non cambiano la struttura dell’immobile. La seconda è la SCIA , cioè la comunicazione di avvio lavori in caso di interventi più impattanti che cambiano la struttura dell’immobile.
I lavori per una veranda che chiude uno spazio dell’immobile, aumentandone la cubatura totale e cambiandone la struttura, hanno bisogno di una SCIA o del permesso per costruire. Le cose cambiano completamente se le verande utilizzano strutture rimovibili. In un caso del genere i lavori sono considerati di edilizia libera e quindi non necessitano di permessi e comunicazioni.
Le verande amovibili sono quindi sanate, se realizzate in passato, fin dal 2022 con il decreto Aiuti. Ma ora, quelle non sanate due anni fa, rientrano nel decreto Salva casa, che permette di sanare verande chiuse, anche arredate e attrezzate, a determinate condizioni? Per rispondere alla domanda occorre fare una precisazione. Prima del maggio 2024, il limite massimo di tolleranza per sanare verande e pergolati era del 2 per cento.
Cioè ogni 100 metri quadrati era possibile sanare solo 2 metri quadrati. Con il decreto salva casa si ampliano questi limiti. Queste le nuove soglie 5 per cento per superfici fino a 100 metri quadrati; 4 per cento per spazi compresi tra 100 e 300 metri quadrati; 3 per cento per superfici tra 300 e 500 metri quadrati; 2 per cento per superfici utili oltre i 500 metri quadrati. Quindi la superficie sanabile cambia secondo la superficie dell’immobile.
Ecco alcuni esempi. Per un’abitazione di 100 metri quadrati è possibile sanare una veranda di 5 metri quadrati (tolleranza al 5 per cento). Per un immobile di 200 metri quadrati di possono sanare 8 metri quadrati (tolleranza la 4 per cento). Infine per una casa di 300 metri quadrati, si possono sanare fino a 9 metri quadrati di veranda chiusa (tolleranza 3 per cento).
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