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Cosa accade se non si fa la successione dopo la morte dei genitori

Per legge la dichiarazione di successione è obbligatoria, ma cosa succede se gli eredi non la presentano? A quali conseguenze si va incontro? Ecco cosa dice la legge.

cosa succede se non si fa la successione a causa morte
Le conseguenze legali e amministrative della mancata successione (CodiciAteco.it)

La dichiarazione di successione è la parte puramente fiscale del processo di successione. Si tratta di quella documentazione attraverso il quale si comunica all’Agenzia delle Entrate il subentro degli eredi alla proprietà dei beni del defunto. Poco cambia poi se si tratta di una successione testamentaria, cioè regolata da un testamento lasciato dal de cuius, oppure legittima quando cioè manca il testamento ed è regolata dalla legge. Gli obblighi, i tempi, la documenta e le tasse da pagare sono gli stessi.

Per avviare la successione sono necessari una serie di adempimenti burocratici, una serie cioè di documenti necessari all’avvio del processo. Ma un’altra cosa fondamentale da ricordare è che la legge impone un arco temporale ben preciso; di fatti, entro 12 mesi dall’apertura della successione, gli eredi così come i curatori testamentari o legatari hanno l’obbligo di presentare all’Agenzia delle Entrate la dichiarazione di successione che è funzionale al pagamento del imposte legate alla successione. Ma cosa succede se, per un motivo o per un altro, non si presenta la dichiarazione di successione entro il termine previsto?

Dichiarazione di successione mancata, le conseguenze

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Le conseguenze alla mancanza di dichiarazione si successione (CodiciAteco.it)

Se la dichiarazione di successione non viene presentata entro un anno dalla morte del defunto, si va incontro ad una serie di conseguenze amministrative. Gli eredi dovranno cioè pagare una multa con importo variabile dal 120 al 240% dell’imposta. Nel caso in cui, invece, non sia dovuta alcuna imposta si applica una multa che oscilla dai 250 ai 1.000 euro.

La multa determinata dalle imposta è dal valore dell’eredità, costituita dalla differenza al netto tra il valore attivo e quello delle passività deducibili. L’imposta poi varia a seconda del grado di parentela con il defunto. Per cui si ha:

  • un’imposta la 4% per coniuge e partenti in linea diretta e quindi figli, genitori, nipoti e così via;
  • imposta al 6% per fratelli e sorelle su un patrimonio dal valore superiore ai 100mila euro;
  • ancora imposta al 6% per tutti gli altri parenti fino al 4° di parentela e per affini fino al 3°;
  • 8% per tutti gli altri eredi senza aggiunta di franchigia;
  • imposta al 4-6 o 8% a seconda della parentela nei casi di eredi portatori di handicap e per patrimoni superiori al 1.500.000 euro.

Attenzione però, perché una volta superato l’anno è possibile avviare il processo di ravvedimento operoso. Si decide spontaneamente di pagare le imposte usufruendo di agevolazioni sulle sanzioni, con la percentuale di agevolazione che varia a seconda di quanto tempo è intercorso tra la scadenza del termine e la data di versamento. Si distingue, infatti, in ravvedimento sprint entro i 14 giorni, breve entro i 30 giorni e lungo entro cioè i 90 giorni con la sanzione in questo caso che arriva al 3,33%.

La dichiarazione di successione va in prescrizione?

Sì, la mancata dichiarazione di successione va in prescrizione seguendo i tradizionali tempi imposti dalla legge e cioè dopo 5 anni. Che vuol dire questo? Che se si fa una dichiarazione di successione tardiva, che supera cioè i 5 anni, si dovranno comunque corrispondere le imposte dovute ma non si pagheranno le sanzioni pecuniarie perché appunto andate in prescrizione.

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