Scrivere in corsivo: un’arte in via d’estinzione? La docente rivela di snobbarlo come gli alunni, se diventa un ostacolo.
Nel panorama educativo contemporaneo un argomento che sta attirando l’attenzione è quello del corsivo. Le nuove generazioni, immerse nella digitalizzazione, sembrano abbandonare questa forma di scrittura. Gli studenti preferiscono il formato stampato, generando un dibattito acceso tra docenti e specialisti. Qual è il futuro del corsivo nelle scuole? Scopriamo le diverse opinioni e le implicazioni di questo cambiamento.
Recenti testimonianze da parte di docenti indicano che il corsivo potrebbe non essere più un obbligo nelle aule scolastiche. Una vicepreside ha spiegato come ci sia una divisione tra gli insegnanti: “Non obbligo nessuno a scrivere in corsivo, però lo insegniamo”, ha affermato, mettendo in evidenza che molti studenti preferiscono scrivere in stampato. Questo suggerisce una transizione dalle tradizioni più consolidate a metodi di scrittura più moderni. Molti educatori, in effetti, notano che, con il passare del tempo, la richiesta di usare il corsivo è diminuita. La scrittura stampata, già utilizzata nei testi scolastici, sembra che stia prendendo piede, semplificando la vita agli alunni.
Non è solo una questione di preferenze: anche l’estetica gioca un ruolo. Le bambine, per esempio, potrebbero apprezzare di più il corsivo per il suo aspetto elegante. Tuttavia, se questo presenta difficoltà pratiche, alcuni insegnanti preferiscono prendere una strada più flessibile. Un altro docente ha sottolineato come molte insegnanti più giovani si concentrino su altre forme di scrittura, ritenendole più adattate alle esigenze contemporanee.
Mentre alcuni educatori vogliono mantenere viva la pratica del corsivo, altri vedono la necessità di adattarsi ai tempi. “Noi lo utilizziamo ancora, anche se evitiamo di partire dalla prima elementare”, ha dichiarato un’altra vicepreside. L’insegnamento del corsivo è slittato a un momento successivo nel percorso scolastico, segnalando un cambiamento nelle modalità didattiche. Questi cambiamenti sono supportati da motivazioni più profonde: il corsivo non è solo una forma di scrittura ma un esercizio fondamentale che stimola diverse aree cognitive.
Secondo alcuni esperti, il corsivo contribuisce ad una migliore coordinazione mano-occhio e alla motricità fine. Non si tratta solo di bello scrivere, ma anche di sviluppare competenze pratiche. La scrittura fluida è segno di ordine mentale e aiuta nell’organizzazione dei pensieri. Le opinioni degli insegnanti più appassionati sull’argomento illustrano chiaramente come il corsivo rappresenti un’occasione per esprimere la propria individualità, in quanto ogni persona ha un carattere unico nella scrittura.
Le nuove generazioni, definite “nativi digitali”, affrontano sfide particolari nel padroneggiare la scrittura in corsivo. Un’indagine pubblicata ha rivelato che un bambino su cinque mostra difficoltà significative nell’utilizzo di questa scrittura. Un’insegnante ha descritto una realtà preoccupante, dove i bambini non possiedono più la mobilità del polso necessaria: “Non hanno mai ‘impastato’ qualcosa ma sfogliano solo schermi”, ha invece sottolineato. Questo ha portato ad una diminuzione generale dell’abilità di scrivere in corsivo.
Inoltre, i social media hanno influenzato la nostra comunicazione, orientando i ragazzi verso uno stile di scrittura più immediato e meno riflessivo. “Il corsivo è diventato una sorta di obbligo, ma molti lo vedono come una costrizione”, ha aggiunto un’insegnante. La competizione per apparire e le richieste visuali delle piattaforme social hanno cambiato la relazione dei giovani con la scrittura. Si rende sempre più necessario valutare se il corsivo, con i suoi benefici, riesca ancora a mantenere il suo posto nel curriculum scolastico.
Il dibattito sulla scrittura in corsivo è diventato infuocato anche sui social network: utenti hanno espresso preoccupazioni riguardo le attitudini dei ragazzi costretti a scrivere i temi in stampato piuttosto che in corsivo. Dallo studio “Occupational therapy in health care” emerge che circa il 21,6% dei bambini potrebbe sviluppare problemi duraturi nella scrittura.
Ogni anno che passa, la scrittura corsiva viene marginalizzata: è difficile per gli studenti che provengono da una formazione dove il corsivo non è stato imposto, ritornare indietro. Permane una questione aperta: vale la pena continuare a insistere sull’insegnamento del corsivo in un mondo così fortemente digitale? La scrittura corsiva potrebbe essere vista come un abbellimento o una parte essenziale dello sviluppo cognitivo? Le scuole faticano a trovare un consenso su questo tema, ma è chiaro che le nuove generazioni stanno tracciando un percorso tutto loro.
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