Conto corrente estero, quali le procedure per aprirlo senza problemi, non avendo la residenza. Tutta le procedura.
In un’epoca di globalizzazione dell’economia e di legame sempre più stretto tra Paesi, almeno a livello europeo, non è raro decidere di aprire un conto corrente all’estero. Le motivazioni possono essere diverse dalla necessità di avere un’assistenza bancaria in caso di trasferimento, all’opportunità di godere di condizioni finanziarie più vantaggiose.
Come accennato per i cittadini dell’Unione Europea questa possibilità è del tutto legittima e supportata da accordi tra i vari Paesi che consentono di gestire le proprie finanze in qualsiasi Stato membro dell’UE. La residenza nel Paese non è necessaria. Si possono così avere condizioni bancarie più favorevoli rispetto al Pese di cittadinanza, ma occorre comunque seguire una procedura che rispetti tutti i termini di legge.
L’apertura di un conto corrente in paese estero è un’operazione non difficile, anzi addirittura abbastanza semplice. Primo passo la presentazione dei documenti richiesti dalla normativa. I documenti principali sono un documento di identità in corso di validità, la dichiarazione dei redditi (in particolare il riquadro RW) e tutte le carte di credito e di debito connesse con il conto italiano.
Per facilitare le operazioni e renderle più rapide si può scegliere una banca straniera che abbia filiali anche nel nostro Paese. Comunque ormai ogni operazione del genere può essere eseguita semplicemente attraverso procedure online. Al momento della ricezione della richiesta di apertura conto, la banca esaminerà il caso per escludere ogni rischio di truffa. Superata questa fase invierà al cliente un contratto da firmare.
Il contratto è spedito per posta ordinaria o via e-mail. Mentre i tempi per tutta l’operazione di apertura variano a seconda dei paesi e dell’istituto bancario. Come accennato, decidere di aprire un conto all’estero può dipendere dalla volontà di avere condizioni bancarie migliori di quelle meno burocrazie e in potenza dei rendimenti più vantaggiosi.
Il fatto che ormai queste siano operazioni abbastanza diffuse tra i risparmiatori italiani, lo testimoniano i dati di Banca d’Italia che nel triennio scorso stima che gli italiani abbiano trasferito all’estero titoli e contanti circa 75 miliardi di euro. In questo modo si diluiscono i rischi finanziari, si accede a mercati finanziari nuovi e si ottengono vantaggi fiscali, almeno in potenza.
Tuttavia occorre sempre rispettare la normativa internazionale in materia di trasferimento di risorse economiche e finanziarie. L’attenzione è sempre rivolta alla lotta al riciclaggio di denaro e all’evasione fiscale. Proprio per questo il supporto di un consulente finanziario esperto in banking offshore e in genere del settore finanziario internazionale può essere molto utile.
Non solo per l’aspetto più strettamente tecnico legato agli investimenti o gestione dei risparmi. Ma anche a quello legale e fiscale, per evitare di infrangere gli ordinamenti nazionali e internazionali in materia di movimenti e trasferimenti di capitali.
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