Il conto corrente cointestato è una pratica sempre più diffusa, ma non tutti sono uguali tra di loro: scopri le principali differenze.
Negli ultimi tempi, in maniera sempre più massiccia, sta diventando a tutti gli effetti una moda quella rappresentata dall’apertura di un conto cointestato. Si tratta di una soluzione, come è noto, che permette a due o più persone di avere insieme un conto corrente dal quale attingere per avere le risorse necessarie alla vita di tutti i giorni oppure per fare degli investimenti. In tal senso, però, come ogni strumento di natura finanziaria, le cose da sapere non sono poche e vanno valutate e ponderate in maniera precisa per evitare di incorrere in degli errori di valutazione o legate alla superficialità.
La prima sostanziale e principale differenza è che esistono due tipi differenti di conti cointestati. Il primo è quello a firma congiunta, il secondo quello a firma disgiunta. Si tratta di una differenza sostanziale e gli aspetti che vengono coinvolti in questo discorso sono tanti ed alcuni potrebbero essere seriamente sottovalutati, incappando però in un grave errore. Proprio per questo motivo, in questo nostro articolo, andremo a puntare i riflettori su questo tema. Andando a sottolineare tanto gli aspetti positivi quanto quelli negativi delle due soluzioni. Auguriamo per questo motivo una buona lettura a tutti.
Rispetto al conto cointestato, tutti gli intestatari hanno la piena titolarità sui beni che sono contenuti su di esso. Ci sono, però, una volta specificato questo, delle differenze da segnalare. La prima è che, come detto, c’è da fare un distinguo tra un conto a forma disgiunta ed un conto a firma congiunta. Nel primo caso ogni persona che ha questo conto cointestato può procedere con delle operazioni in totale autonomia, senza avere il vincolo di dover chiedere il consenso, per così dire, all’altro o agli altri cointestatari.
Caso diverso, invece, per il conto cointestato a firma congiunta. In questo caso, infatti, ogni operazione, dalla più piccola a quella più importante, richiede il consenso e l’autorizzazione, per così dire, di tutti i cointestatari. In questo caso, inoltre, ciascun intestatario è proprietario di una fetta del saldo disponibile (nel caso di due persone il 50%, di tre il 33% e così via). Ovviamente, poi, il discorso si fa in ogni caso delicato nel momento in cui uno dei cointestatari ha debiti col Fisco.
Se uno degli intestatari del conto decede e si ha un conto a firma disgiunta, si può proseguire con le operazioni senza nessun tipo di problema, con la fetta che spettava al deceduto che resta bloccata in attesa di individuare gli eredi. Nel caso di un conto a firma congiunta, invece, il conto resta di fatto bloccato finché il tribunale non individua gli eredi.
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